Il biometano è un carburante ecologico che viene prodotto dalla depurazione del biogas emesso dalla fermentazione dei residui colturali, degli scarti dell’industria agricola, dalle deiezioni animali e dalla frazione umida dei rifiuti delle nostre città. Tale combustibile è fondamentale per il raggiungimento degli obiettivi Ue al 2020 e soprattutto, data la stragrande disponibilità produttiva, è una materia prima rinnovabile che l’Italia non deve importare da altri paesi ma può utilizzare per alimentare gli 860.000 veicoli a gas presenti nel Paese.
Sulla strategicità di tale risorsa energetica ci ha fornito un approfondimento Beppe Croce, responsabile nazionale del settore agricoltura di Legambiente, che giovedì 6 marzo sarà presente a BioEnergy Italy per il convegno “Il biometano: un’opportunità per le aziende agro-zootecniche”.
Quali sono le materie precipue con le quali è realizzato il Biometano e quali sono le regioni più all’avanguardia nel settore?
Il biometano non è altro che il metano ottenuto dalla depurazione del biogas e quindi le materie prime sono quelle con cui si produce il biogas. Le fonti principali di produzione del biometano saranno quindi le matrici di origine agricole, a partire dalle deiezioni animali (abbiamo una disponibilità di circa 120-130 Mton/anno), dai residui colturali (oltre 8 Mton) e dai residui agroindustriali (circa 5 Mton). Le altre fonti sono la frazione umida dei rifiuti solidi urbani (altre 10 Mton) e i gas da discarica. Le regioni più avanzate in questo momento sono ovviamente quelle in cui più diffuso è il biogas, a partire da Lombardia ed Emilia Romagna.
Il biometano, e comunque in genere i carburanti alternativi, quanto possono contribuire ad abbassare i livelli di emissione di Co2 in vista degli obiettivi Ue per il 2020 e anche se è facile capirlo chi ne frena la diffusione?
Il biometano è l’unico biocarburante che l’Italia può produrre senza ricorrere a importazioni, a differenza di biodiesel e bioetanolo, e quindi è determinante per raggiungere l’obiettivo assegnato dall’Unione Europea al 2020 di sostituire il 10% di tutti i carburanti in commercio con carburanti alternativi. Quanto alle emissioni, teniamo presente che il ciclo di vita del biometano presenta, tra tutte le fonti rinnovabili, le emissioni più basse di gas serra, paragonabili solo all’energia elettrica prodotta dall’eolico. Pensiamo solo al vantaggio che il biogas/biometano offre di abbattere emissioni a forte impatto sull’atmosfera, come quelle delle deiezioni animali o delle discariche.
L’Italia è il Paese europeo con più mezzi a metano e il vantaggio del biometano è che può essere distribuito e utilizzato già oggi nei veicoli alimentati a gas. Si riesce a sfruttare tale vantaggio rispetto ai competitors europei?
Si può e si deve sfruttare. L’Italia ha 992 distributori con circa 860.000 veicoli a gas, mentre la Germania ne ha meno di 100.000. La Fiat è uno dei principali produttori di autoveicoli a metano. E soprattutto abbiamo un’ampia disponibilità di materie prime, sia agricole che non agricole.
Il biometano di origine agricola rappresenta un’opportunità molto importante per le aziende agro-zootecniche e sarà anche il tema di un convegno di Bioenergy al quale parteciperà il presidente di Legambiente. Qual è la diffusione in Italia?
Non si può parlare di diffusione perché il decreto attuativo è uscito a dicembre e ancora mancano alcuni regolamenti. Abbiamo alcune esperienze di piccoli impianti di depurazione del gas e pompe di distribuzione installati anche in azienda agricola, come il caso dell’azienda Toninelli che presenteremo a BioEnergy 2014.
Legambiente, attraverso la partecipazione alla fiera BioEnergy di Cremona, quali obiettivi si pone in tale settore e come operate per favorirne la diffusione?
Cremona è un territorio strategico per la produzione del biogas agricolo in Italia – con oltre un centinaio di impianti – e noi vogliamo sostenere e favorire la produzione di biometano da parte delle aziende agricole. Gli strumenti che la nostra associazione può mettere in campo sono due principalmente: la diffusione delle informazioni e delle buone pratiche (come appunto facciamo a BioEnergy) e il pressing sulle istituzioni, in alleanza col mondo agricolo, per accelerare il completamento della normativa.
Convegno: “Il biometano: un’opportunità per le aziende agro-zootecniche“, giovedì 6 marzo 2014
Ore 10,00 – 13,00, Sala Ricerca e Sviluppo
Organizzazione: Cremonafiere, DLG International, Legambiente e Chimica Verde
Programma
Sessione Generale (10,00 – 11,30)
Saluti: Antonio Piva, Presidente di Cremonafiere
Presiede: Beppe Croce, Legambiente
Aspetti normativi e Incentivi per il biometano. Sofia Mannelli, Presidente Chimica Verde
Le tecnologie per la purificazione del biogas: costi e possibilità per le aziende agricole. Sergio Piccinini, Centro Ricerche Produzioni Alimentari, Reggio Emilia
Biometano e opportunità di reddito per le aziende agrozootecniche italiane. Piero Gattoni, presidente Consorzio Italiano Biogas
Esperienze (11,30 – 12,30)
L’impianto di San Giovanni Persiceto per veicoli a biometano
Autoproduzione di biometano e pompa di rifornimento in un’azienda agricola lombarda
Potenzialità del biometano nel territorio cremonese
Ernesto Folli, presidente Consorzio Agrario Cremona
Intervento di: Giuseppe Castiglione, Sottosegretario di Stato al Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali
Intervento conclusivo di: Vittorio Cogliati Dezza, Presidente Legambiente