Sono state consegnate, presso il Ministero della Difesa alla Segreteria del Sottosegretario di Stato a Roma, le firme raccolte sulla piattaforma Firmiamo.it per sostenere l’ufficiale medico Barbara Balanzoni, accusata di insubordinazione per aver assistito una gatta partoriente in pericolo di vita durante la missione militare italiana in Kosovo.
Un procedimento che vedrà la sua prima udienza il 7 febbraio, accompagnato dalla indignazione delle 177.869 persone che hanno sottoscritto, su tre diverse piattaforme, le petizioni a sostegno della Balanzoni.
A ricevere la delegazione ENPA formata dalla Presidente Nazionale Carla Rocchi e dal responsabile nazionale della comunicazione Marco Bravi è stato il Sottosegretario alla Difesa sen. Roberta Pinotti. «Un incontro cordiale e ricco di partecipazione che ci fa ben sperare in una sensibile attenzione a favore di un ufficiale che si è distinto per una scelta di civiltà e di dovere professionale verso un essere sofferente», ha commentato Carla Rocchi. «Speriamo di veder trionfare il buon senso », ha aggiunto Marco Bravi, «con la caduta delle accuse da parte di chi ha promosso il procedimento. L’eventuale proseguimento dello stesso non potrà certamente giovare all’immagine dell’Esercito Italiano, che invece in altre occasioni ha affiancato ENPA in operazioni in cui si è distinto per un’elevata sensibilità anche nei confronti degli esseri senzienti non umani».
L’iniziativa ha visto anche l’autorevole sostegno della sen. Silvana Amati, che a suo tempo aveva già presentato sul caso un’interrogazione parlamentare al Ministro della Difesa, chiedendo che l’operato della Dott.ssa Balanzoni venga sostenuto. L’interrogazione è stata svolta oggi durante la seduta della Commissione Difesa al Senato, durante la quale il Sottosegretario Pinotti ha riferito sul caso. La sen. Silvana Amati ha dichiarato: «Mi auguro che il significativo sostegno mostrato dall’opinione pubblica possa portare, nell’immediato, a un favorevole epilogo della vicenda con l’auspicato ritiro delle accuse e, in futuro, ad adeguare la normativa alla diffusa sensibilità nei confronti degli animali ed allo spirito dell’art. 13 del Trattato di Lisbona, che riconosce gli stessi come esseri senzienti».