Il cambiamento climatico a cui si sta assistendo negli ultimi anni sta assumendo dei contorni sempre più chiari e preoccupanti, dagli ultimi studi effettuati si registrano pesanti effetti sulla biodiversità, piante e animali costretti ad adattarsi o a spostarsi in cerca di ambienti con clima più favorevole al loro sostentamento.
A riportare questi dati è uno studio presentato dalla Commonwealth of Scientific and Industrial Research Organization (Csiro) pubblicato su Nature, che ha coinvolto ben 18 ricercatori provenienti da diverse parti del mondo e mostra attraverso una serie di nuove mappe quanto velocemente e in quali direzioni si stiano spostando gli areali degli animali per trovare il loro clima ideale.
Lo studio è stato effettuando analizzando i dati della temperatura della superficie marina e terrestre degli ultimi 50 anni, dal 1960 al 2009, e a fronte dell’analisi dei risultati gli scenari possibili mostrano una mappatura in cui si produrranno nuovi ambienti termici e luoghi in cui gli ambienti esistenti sono a rischio di estinzione.
Kristen Williams, una geografa ecologica della Csiro, sottolinea che: “Le mappe ci mostrano quanto velocemente e in quale direzione si stanno spostando le temperature e dove i migranti climatici che le seguono possono trovare ostacoli come le linee di costa. Il nostro lavoro dimostra che la migrazione climatica è molto più complessa di un semplice spostamento verso i poli. In tutta l’Australia, le specie stanno già sperimentando temperature più calde. Negli habitat terrestri, le specie hanno iniziato a cercare sollievo spostandosi a quote più elevate, o più a sud. Tuttavia, alcune specie di animali e piante non possono muoversi su grandi distanze ed alcuni non possono farlo del tutto”. La ricercatrice prosegue puntualizzando che: “Negli ultimi decenni numerose specie di pesci e invertebrati che vivono nel sud del mondo hanno già spostato la loro distribuzione geografica verso regioni più fresche.Sulla terra, le specie hanno iniziato a cercare sollievo da condizioni più calde avvicinandosi alla costa, a quote più elevate, nei posti ombreggiati in collina o distanti dall’equatore”.
Sapere dove siano localizzate le aree più vulnerabili rappresenta un grande aiuto nel lavoro della conservazione e nell’attuare piani di intervento e gestione, ma di sicuro non è sufficiente, occorre che ci sia uno sforzo generale su più fronti per riuscire a salvare le numerose risorse biologiche del nostro Pianeta dai fenomeni di cambiamenti climatici.