Un argomento molto dibattuto, negli ultimi tempi, tra esperti e genitori riguarda quale sia la sistemazione più idonea per i bambini piccoli durante la notte.
Ci si chiede se sia più giusto metterli da subito nella loro cameretta o se sia invece meglio tenerli nella culla nella camera da letto dei genitori o addirittura nel letto tra mamma e papà.
Nella cultura occidentale, soprattutto nel Nord America era consuetudine imporre ai bambini, anche molto piccoli, di dormire da soli. Ricercatori ed esperti ritenevano che l’abitudine di dormire con i genitori fosse dannosa per il loro sviluppo e gli stessi genitori erano preoccupati che i bambini, così facendo, avrebbero acquisito un’abitudine difficile da togliere, la quale avrebbe favorito l’instaurasi di una dipendenza, invalidando la strada verso l’autonomia.
Negli ultimi anni invece diversi studi sono arrivati a conclusioni diametralmente opposte, mettendo in evidenza come persone ormai adulte, che avevano dormito con i genitori fino all’età di 4 o 5 anni, dimostrano di possedere personalità più equilibrate e mature, quindi un io più forte, rispetto a persone che da bambini avevano dormito da sole.
E’ anche comune riscontrare nei bambini, a cui è imposto sin da piccoli di dormire da soli, un forte attaccamento per un oggetto inanimato come un orsacchiotto o una bambola, rispetto ai bambini che dormono nello stesso letto con i genitori o nella stessa stanza. Ciò potrebbe essere dovuto al fatto che, per alleviare le paure notturne, essi abbiano bisogno di un rassicurante e soffice simulacro della mamma, non potendola avere a propria disposizione.
In moltissime culture, diverse da quelle occidentali, è normale per neonati e bambini piccoli dormire nella stessa stanza o anche nello stesso letto in cui dorme la madre, così come d’altronde era prassi abbastanza comune anche nel nostro paese fino a poche generazioni fa.
Anche in natura succede lo stesso. I piccoli di scimpanzé , di bonobo e di gorilla, i nostri parenti più stretti tra i primati, dormono nei primi anni di vita a stretto contatto con il corpo della madre.
Quindi ormai si ritiene che per favorire un migliore sviluppo psichico, emotivo, neurologico e relazionale del bambino sia opportuno farlo dormire nella stessa stanza o anche nello stesso letto dei genitori, (pratica definita oggi come “co-sleeping” , cioè “dormire insieme”), perché quanto più il bambino nei primi anni di vita si sentirà accolto, protetto, accudito e contenuto nelle sue paure, tanto più in futuro sarà un bambino autonomo.
Una soluzione molto comoda, soprattutto per le mamme che allattano al seno e per i bambini che hanno continui risvegli notturni, sarebbe quella di utilizzare le bedside cots ovvero delle culle con un lato aperto da attaccare al letto accanto alla mamma. E’ anche un modo sicuro per evitare il rischio di soffocamento o schiacciamento accidentale, che si potrebbe verificare facendo dormire il bambino nel letto tra la mamma ed il papà. Ciò permette di avere il bambino accanto a sé, così da non essere costrette ad alzarsi continuamente di notte, e contemporaneamente di avere ognuno il proprio spazio.
Dott.ssa M. Grazia Milone
(Psicologa e Psicoterapeuta)