Sotto il deserto di sale del New Mexico, gli americani stanno seppellendo decine di migliaia di barili di rifiuti nucleari e scorie transuraniche derivanti da attività militari.
Dopo l’inchiesta del Wall Street Journal, che denunciava la presenza di decine di migliaia di barili di rifiuti nucleari sui fondali marini al largo delle coste statunitensi, i riflettori dei media si sono sposati sul sito di stoccaggio di Carlsbad, nel New Mexico, a seguito di un incidente avvenuto ad inizio febbraio scorso. Il 5 febbraio, infatti, un camion che trasportava sale ha preso fuoco nei dintorni dell’impianto. Le fiamme ed i fumi hanno costretto una parziale evacuazione dell’impianto e una temporanea sospensione delle operazioni di interramento dei rifiuti.
“Mezzo miglio sotto la superficie del deserto, all’interno di depositi di sale lasciati da un mare prosciugatosi milioni di anni fa, il Dipartimento dell’Energia sta scavando spazi grandi come campi da calcio, entro cui stipare barili e contenitori di rifiuti nucleari” si legge sulle pagine del New York Times dello scorso 9 febbraio 2014.
Oltreoceano, la difficile e delicata eredità delle scorie della guerra fredda ricade sul Dipartimento dell’Energia degli Stati Uniti d’America (United States Departement of Energy, DOE), struttura governativa che si occupa del programma nucleare statunitense. A Carlsbad , nel 1999, gli USA hanno messo in servizio, primi al mondo, il WIPP (Wasted Isolation Pilot Plant), un sito di stoccaggio di rifiuti radioattivi in profondità. Più precisamente, tale impianto consiste in un deposito sotterraneo articolato in una rete di tunnel, il quale accoglie, stivati in sfere container avvolte in sacchi di ossido di magnesio, i rifiuti “transuranici” a media e bassa intensità radioattiva (TRUW Transuranic Waste, secondo la denominazione americana).
Le scorie transuraniche, derivate in genere da attività connesse con la difesa militare, contengono radioisotopi artificiali più pesanti dell’uranio.
Si tratta generalmente di vestiti, strumenti, suolo, liquami ed altri oggetti contaminati con piccole quantità di elementi radioattivi (principalmente plutonio). I TRUW danno origine a contaminazioni con radionuclidi aventi un periodo di dimezzamento superiore ai 20 anni ed emettono una specifica concentrazione di particelle alfa, che possono colpire un essere umano tramite radiazione ma anche attraverso ingestione, inalazione o ferite della pelle.
Per tali scorie la procedura americana di smaltimento comporta una prima fase di immagazzinamento in fusti schermati o bidoni metallici ed un successivo invio al WIPP. L’impianto è localizzato in una zona desertica e la sua attività di stoccaggio, all’interno di duomi salini, è stata incrementata dopo il rifiuto, da parte del Nevada, di far seppellire barili di scorie sotto la formazione vulcanica dello Yucca, non lontana dal confine con la California.
Giulia Muti