L’Associazione Nazionale di Protezione Ambientale V.A.S. manifesta nuovamente il proprio allarme per il sempre più evidente rischio nucleare per i porti italiani.
L’associazione V.A.S., inoltre, esprime viva preoccupazione per le recenti operazioni di trasporto e carico di scorie radioattive nella città e nel porto di La Spezia, sulla cui natura e destinazione è stato sollevato il segreto dal Prefetto, che tali operazioni aveva autorizzato.
“Mentre si riparla del passaggio dei carichi di agenti chimici provenienti dalla Siria e destinati ad essere distrutti nel mare Mediterraneo, a breve distanza dalle coste italiane e dalle isole greche, da la Spezia giunge l’ennesimo allarme per la sicurezza dei cittadini. Il passaggio e l’imbarco di scorie nucleari su una nave russa attraccata a quel porto è un altro gravissimo episodio di mancato rispetto delle stesse normative nazionali, che prevedono esplicitamente dei piani di sicurezza nucleare per i porti interessati dal transito di natanti a propulsione nucleare e di carichi pericolosi – dichiara Ermete Ferraro, referente nazionale per l’ecopacifismo di V.A.S..
L’associazione si batte da molti anni perché si faccia chiarezza su tali questioni, in nome della trasparenza ma soprattutto della sicurezza e salute delle popolazioni interessate e dello stesso ambiente. E’ di oltre un anno fa la denuncia che V.A.S. ha presentato alla Procura della Repubblica di Napoli all’indirizzo del Sindaco e dei responsabili comunali che non hanno finora adempiuto all’obbligo d’informare la cittadinanza del rischio nucleare dovuto al transito e stazionamento di portaerei e sommergibili nel mare di Napoli e del relativo piano di emergenza, che ovviamente non può prescindere da una consapevolezza di tale pericolo da parte dei cittadini.
“Il caso di La Spezia – afferma il Presidente nazionale di V.A.S., Guido Pollice – è un nuovo, grave, segnale di sordità delle istituzioni alle legittime aspettative delle popolazioni interessate a queste rischiose operazioni. Riteniamo scandaloso che vengano ancora una volta disattese le stesse norme che dovrebbero garantire la sicurezza dei porti civili e la protezione dei cittadini da questa militarizzazione e nuclearizzazione del territorio e dei mari italiani. Per quanto di riguarda, continueremo la nostra battaglia sul piano della controinformazione democratica, della pressione sulle forze politiche, ma anche – se necessario – della denuncia giudiziaria.”