Nel porto di Lomé, le autorità del Togo hanno rintracciato 1,7 tonnellate di avorio nascoste in containers carichi di legno pronti a partire per il Vietnam.
Il ritrovamento delle zanne testimonia ancora una volta l’imponente flusso d’avorio diretto verso l’Asia: un commercio capace di devastare popolazioni di elefanti, vittime di un allarmante tasso di bracconaggio, diffuso soprattutto nei paesi dell’ Africa centrale.
Nonostante l’esistenza di un divieto del commercio d’avorio, introdotto da un trattato internazionale del 1989, negli ultimi anni il traffico illegale è aumentato, in particolare verso il Medio-Oriente e l’Asia, dove le zanne di elefante sono utilizzate per la fabbricazione di oggetti decorativi e nella medicina tradizionale. Secondo il rapporto pubblicato nel dicembre 2013 da CITES (Convention on International Trade of Endangered Species), IUCN/SSC African Elephant Specialist Group (AfESG) e TRAFFIC International, nel 2012 circa 22 000 elefanti sono stati abbattuti illegalmente in Africa. I due programmi di monitoraggio MIKE (Monitoring the Illegal Killing of Elephants) ed ETIS (Elephant Trade Information System) raccolgono ed integrano i dati di bracconaggio con quelli di commercio illegale di avorio. L’analisi dei dati ha mostrato come, a fronte di un tasso di crescita della popolazione di elefanti che non supera il 5 %, quello stimato di bracconaggio nel 2012 si attesti su un valore insostenibilmente troppo elevato pari al 7,4 %.
Inoltre, la lotta al traffico illegale ha portato nel 2013 all’esecuzione di 18 sequestri su grande scala, per un totale di 41 674 tonnellate. I controlli sono stati particolarmente intensi nei porti maggiormente utilizzati per il contrabbando, ovvero in Africa occidentale (nei porti del Togo e della Costa d’avorio) e nei principali punti di attracco asiatici come Malesia, Vietnam ed Hong Kong. Tuttavia sembrano arrivare segnali di speranza dai risultati dell’African Elephant Summit, svoltosi all’inizio di dicembre 2013 a Gaborone, in Botswana. Questa è stata la prima conferenza riguardante l’intera catena del commercio dell’avorio ed ha visto l’approvazione di un piano di quattordici misure urgenti da parte dei numerosi stati coinvolti nel bracconaggio, traffico o consumo di avorio. I paesi si sono impegnati ad adottare l’approccio della tolleranza zero al punto da considerare il traffico di specie selvagge come reato grave. Ad inizio gennaio 2014, il governo cinese, durante una cerimonia pubblica tenutasi a Bongguan nel Guangdong, ha distrutto 6 tonnellate di avorio provenienti dal commercio illegale.
Tale evento ha fatto seguito ad un’analoga eliminazione avvenuta negli Stati Uniti lo scorso novembre ed ha preceduto l’annuncio della distruzione di circa 30 tonnellate di avorio previsto ad Honk Kong. L’intenzione di tali eventi è quella di svalorizzare la catena dell’avorio, in modo da effettuare ogni sforzo per salvare l’elefante africano (Loxodonta africana), attualmente inserito nella lista rossa IUCN delle specie minacciate di estinzione, dato che la sua popolazione è ormai di circa 500 000 individui.
Giulia Muti