Ogni 2 secondi un’area di foresta grande quanto un campo da calcio viene distrutta nel mondo. Nelle aree tropicali la deforestazione avviene per produrre legno, olio di palma, polpa di cellulosa, carne, pelle o soia.
Materie prime o prodotti finiti che arrivano sul mercato italiano facendo diventare il nostro Paese complice della distruzione delle foreste. Le foreste ospitano circa due terzi della biodiversità terrestre e si stima che da esse dipenda la sopravvivenza di più di un miliardo e mezzo di persone. Immagazzinano quasi 300 miliardi di tonnellate di carbonio, una cifra 40 volte superiore alle emissioni di gas serra prodotte dai combustibili fossili; per questo la deforestazione inquina quanto tutti i mezzi di trasporto messi insieme al mondo.
In Italia le importazioni di materie prime come olio di palma, legno o polpa di cellulosa o dei prodotti derivati sono collegate alla distruzione delle foreste in Paesi come il Brasile, la Repubblica Democratica del Congo o l’Indonesia, facendo diventare l’Italia complice della perdita di biodiversità, dei conflitti sociali e del cambiamento climatico. Greenpeace chiede a governi e aziende di impegnarsi con politiche a Deforestazione Zero.
Questo mese abbiamo denunciato che – nonostante sia entrato in vigore da oltre un anno – il nostro Paese non applica ancora il Regolamento Europeo del Legno, che serve proprio ad evitare che i prodotti in legno e derivati provenienti dal taglio illegale possano entrare nei porti europei senza alcun tipo di controllo. Proteggendo le foreste riusciremo a mantenere gli ecosistemi vivi e sani e potremo continuare a godere di aria pulita, acqua potabile e suolo fertile.