Continua la campagna #LAVeraLibertà, organizzata dalla LAV (Lega Anti Vivisezione), questa volta contro lo Zoomarine, dove un aereo ha sorvolato per più volte il circo acquatico esponendo uno striscione con l’appello: “LIBERIAMO I DELFINI – www.lav.it”.
L’iniziativa fa parte della campagna per #LAVeraLibertà dei delfini con lo scopo di raccogliere firme a sostegno della petizione popolare di LAV e Marevivo finalizzata a chiedere al Governo e al Parlamento:
- una nuova legge che vieti l’importazione di delfini e di altri cetacei a fini di spettacolo
- la dismissione entro tre anni dei delfinari e altre strutture simili
- la creazione del primo “rifugio” per delfini.
“Ci auguriamo che questa sia l’ultima riapertura di Zoomarine: infatti secondo una nostra investigazione, svolta nell’estate 2012 e 2013, a Zoomarine sono emerse difformità rispetto alla norma (Decreto Legislativo 73 del 2005 e Decreto Ministeriale 469 del 2001) e dunque ci chiediamo come sia possibile la sua riapertura e quali urgenti provvedimenti prenderà il Ministero dell’Ambiente e la competente Asl”, afferma Roberto Bennati, vicepresidente della LAV.
“Basta mistificare la realtà di queste strutture con fantomatiche finalità educative che rappresentano solo un inaccettabile paravento: qui i delfini sono costretti ad esibirsi esattamente come in un circo! – prosegue la LAV – Abbiamo contato appena 5 minuti di parte informativa su uno spettacolo che dura poco più di 25 minuti! I delfini sono segregati in spazi estremamente limitati rispetto alla loro predisposizione naturale a percorrere molte decine di km al giorno, costretti a subire rumori assordanti e la separazione dal loro nucleo familiare. L’interazione sociale, l’etologia di questi mammiferi, viene completamente stravolta dalla prigionia! Quale fondamento scientifico utile alla conservazione della specie possono avere gli studi svolti su animali in cattività? Nessuno!”
Numerose le prescrizioni di legge (Decreto Legislativo 73 del 2005 e Decreto Ministeriale 469 del 2001) disattese da Zoomarine, secondo l’investigazione svolta dalla LAV nel 2012-2013, in particolare:
- vi è manipolazione degli animali e contatto diretto con il pubblico;
- i delfini sono sottoposti a comportamenti e addestramenti innaturali;
- gli animali sono sottoposti a rumori costanti gravemente invasivi quali quelli provocati dai motori delle pompe di filtraggio e, inoltre, sono sottoposti ad un livello e a frequenze di suoni altamente invasivi, causati da musica e manifestazioni ludico-circensi;
- si promuovono programmi di interazione con delfini e altri mammiferi marini, che sono del tutto vietati dalla norma, ignorando così le motivazioni sanitarie e di sicurezza connesse alla natura selvatica di questi animali;
- le vasche sono state utilizzate non solo per ospitare i delfini ma anche per svariate esibizioni (“La Sirena e i delfini”: Ilaria Molinari entra in vasca con i delfini; Simone Arrigoni batte il record di apnea spinto nelle “voltas” dai delfini di Zoomarine; Filippo Magnini, campione mondiale di nuoto azzurro, nuota in vasca al “battesimo” della delfina Thai, ecc.). In diversi punti le piscine misurano meno di 3,5 mt di profondità: considerando che il delfino Tursiope (la specie più utilizzata) può raggiungere fino a 4 metri di lunghezza, la costrizione subita da questi mammiferi marini è evidente;
- il sonar dei delfini è disturbato nelle vasche di cemento e può provocare disturbi acustici in questi animali.