“Sono davvero addolorato ed arrabbiato. Ancora una volta una bomba d’acqua ed ancora lutti.
Stavolta nelle Marche, altra regione fragile di questo nostro Paese, dove la gran parte del territorio è a rischio idrogeologico”, afferma l’ex ministro dell’Ambiente Alfonso Pecoraro Scanio.
“Eppure, mi duole ripeterlo, nel settembre 2007 alla conferenza nazionale sui cambiamenti climatici predisponemmo un elenco di cose da fare per il piano di adattamento a questo clima già cambiato. I validi tecnici che avevano collaborato alla preparazione della conferenza avevano messo in guardia sull’aumento dei fenomeni climatici estremi, usando proprio questo termine: “bombe d’acqua“, che pochi conoscevano. Infatti, ignoranti e malfattori ci derisero, anzi strumentalizzarono alcuni dati per nascondere i temi veri e infangare la credibilità della conferenza.
Oggi ad ogni disastro sentiamo la solita promessa di fare quel piano di adattamento e d’intervenire contro il dissesto idrogeologico. Ma intanto, da anni, hanno tagliato i fondi per la difesa del suolo e quelli stanziati non sono stati spesi.
Il nuovo governo, sostanzialmente con la stessa maggioranza degli ultimi due scorsi (Letta e Monti) scopre che sono bloccati i fondi per lotta al dissesto idrogeologico per oltre 1,5 mld e annuncia una ‘struttura di missione’ del governo per sbloccare questi lavori. Ma cosa è stato fatto finora? Perché le ordinarie competenze non vengono utilizzate?
Senza bisogno di leggi speciali tra il 2006 e il 2008, il ministero dell’Ambiente favorì la realizzazione di circa 1.000 piccoli cantieri contro il dissesto idrogeologico, ma questo è un Paese dove interessano, e fanno notizia, le Mega Opere (Ponte sullo Stretto, Megatunnel in Val di Susa, Mose) mentre le cose più utili all’ambiente e alla prevenzione, che danno più lavoro, vengono accantonate.
Spero davvero che i parlamentari più sensibili riescano a vigilare perché questa nuova iniziativa del governo sia davvero operativa e non solo un annuncio”, conclude Pecoraro Scanio.