Dalla partenza di St. Tropez, insieme a una flotta di 230 barche il Class 40 timonato da Marco Nannini ha affrontato le 248 miglia della regata con pannelli fotovoltaici e idrogeneratore per limitare l’uso dei combustibili fossili.
Per arrivare con le batterie in perfetta efficienza al porto di Monte Carlo, sono stati utilizzati solo 320 ml di gasolio invece dei quasi 9 litri che sarebbero serviti senza l’ausilio delle fonti rinnovabili.
Poco sole e non tanto vento alla Giraglia Rolex Cup 2014, ma sempre una meravigliosa festa della vela. La grande classica dell’altura mediterranea di quest’anno ha avuto un elemento in più per confermarsi come un appuntamento da non perdere.
Tra i 230 regatanti anche il Class 40 Mowgli di Marco Nannini, portacolori del progetto Verde come Vela, l’iniziativa della rete d’impresa Boat Ecology che naviga per mostrare e dimostrare come ridurre l’impatto quando si va per mare, anche spinti solo dal vento.
Durante la regata lunga che dà il nome all’evento, arrivato quest’anno alla sua 62a edizione, sono stati analizzati i dati di energia richiesti per terminare le 248 miglia del percorso Saint Tropez (Fra), disimpegno a La Formigue -a ovest della partenza- Scoglio della Giraglia (Corsica), Monte Carlo (Mc), percorse in 40 ore. I sistemi di bordo (Ais, il sistema automatico di identificazione che invia e riceve dati via radio; la radio di bordo Vhf; il Pc per monitorare rotta e navigazione; la stazione del vento; le luci di navigazione a led; e il ballast, il sistema di riempimento acqua delle zavorre laterali per stabilizzare la barca a seconda delle andature) hanno richiesto un totale di 191 Ah. A questa richiesta vanno aggiunti 32 Ah richiesti da quattro ore di utilizzo del pilota automatico. Il fabbisogno totale è stato quindi di 223 Ah.
Se tutta questa richiesta fosse stata soddisfatta solo producendo corrente tramite il generatore a gasolio (lo stesso motore dell’imbarcazione: 29 cavalli usato in folle a 1600 giri solo per produrre corrente consuma 1,6 litri all’ora e fornisce una media di 40 Ah immagazzinabili), il volume di carburante usato durante una regata (in cui si è obbligati a navigare solo grazie al vento) sarebbe stato di quasi 9 litri, 8,92 per la precisione.
Illustra lo skipper «Quando si fa partire il motore, il picco di carica dipende dallo stato di “scarica” del motore… per esempio con il sitema di bordo attuale, senza strapazzare le batterie come facevamo alla Global Ocean Race, appena fatto partire il motore il banco servizi assorbe 50A che scendono progressivamente verso i 30A quando solitamente si spenge: quindi facendo una media, i 29CV del motore producono “soltanto” 40Ah immagazzinabili. Questo immaginando di essere in folle, a circa 1600 giri con un consumo orario di gasolio di circa 1.6lt».
In realtà, grazie alla produzione del 96% di energia con fonti rinnovabili, il 33% del totale proviene dai pannelli fotovoltaici e il 67% dall’idrogeneratore, il reale fabbisogno derivante dal consumo di combustibile fossile è solo 8 Ah, che tradotto in carburante bruciato dal generatore equivale a 320 millilitri, praticamente una lattina da bibita.
«In altre parole ogni Ampere che è fornito dai pannelli o dall’idrogeneratore fa risparmiare 40ml di Gasolio. Un pannello solare dunque evita di bruciare un bicchiere colmo di gasolio ogni ora!», spiega Marco Nannini.
Se consideriamo il Class 40 di Verde come Vela una barca media per consumo e per produzione e se tutte le 230 barche in regata avessero usato i suoi stessi accorgimenti tecnici, il consumo totale dei regatanti sarebbe stato solo di 73,6 litri di gasolio invece delle 2,05 tonnellate utilizzate, vale a dire: 5,5 tonnellate di CO2 in meno rilasciate nell’atmosfera. Verde come Vela, anche per i regatanti è un esempio da imitare. Lifegate, Sailing & Travel Magazine e The Lifestyle Journal sono partner del progetto Verde come Vela, la barca a basso impatto per mostrare e dimostrare il vivere sostenibile.