A 16 mesi dall’entrata in vigore del Regolamento Europeo del Legno (European Union Timber Regulation – EUTR) che vieta la commercializzazione di legno illegale in ambito comunitario, Greenpeace denuncia ancora una volta i ritardi di attuazione da parte dell’Italia. Nonostante la Presidenza del Consiglio UE in corso, il nostro Paese non rispetta ancora i propri obblighi e non applica le normative comunitarie in materia di importazione di legno e prodotti derivati con un opportuno decreto legislativo.
A causa della mancanza di controlli e sanzioni continuano ad arrivare in Italia partite di legno ottenute tramite operazioni di taglio illegale.
Lo scorso 16 maggio, il Consiglio dei Ministri ha approvato il decreto di attuazione di questo regolamento. Ma non risulta che siano stati intrapresi i passi successivi: il decreto non è stato messo in agenda per la Conferenza Stato-Regioni prevista per oggi né tantomeno inviato alle Commissioni Parlamentari dopo l’approvazione.
“Il Governo italiano deve dimostrare responsabilità anche nei confronti degli Stati membri che hanno già attuato questa normativa comunitaria, e stabilire un sistema di controlli e sanzioni che consenta alle autorità competenti di combattere in Italia le importazioni di legno illegale in maniera efficace”, dichiara Esperanza Mora (campaigner Foreste di Greenpeace Italia).
Negli ultimi sei mesi, Greenpeace ha segnalato formalmente alcuni di questi casi di importazione di legno illegale proveniente dal Brasile e dalla Repubblica Democratica del Congo. Pur non essendoci ancora in Italia tale decreto legislativo, l’autorità competente in materia, ovvero il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, è obbligata dal Regolamento EUTR a prendere comunque le opportune misure per contrastare questo fenomeno, con ispezioni ed eventuali provvedimenti come la quarantena per prodotti di origine controversa.
“Malgrado l’idea di efficienza che il Governo vuole trasmettere in questo momento, l’Italia rischia di rimanere la maglia nera dell’Europa in tema di regolamentazione delle importazioni di legno, dimostrando poca responsabilità e trasparenza. Il legno illegale che continua ad arrivare nel nostro Paese rende i consumatori italiani complici della distruzione delle foreste. L’Italia non si può permettere ulteriori ritardi”, conclude Mora.
A maggio, Greenpeace ha denunciato il taglio illegale di legno nell’Amazzonia brasiliana e l’esportazione verso Paesi europei come l’Italia, pubblicando il risultato di due anni di indagini che svelano come in Brasile il sistema di controllo forestale venga aggirato facilmente, causando deforestazione e gravi conflitti sociali.
Tutta la documentazione ufficiale, dei due anni di indagini condotte da Greenpeace Italia sull’industria del legname nell’Amazzonica brasiliana (clicca qui).