“Tutto dovra’ tornare come era prima del naufragio. Liberare i fondali, ripulire tutto, ripristinare tutto: ci sono piattaforme metalliche da 1.000 tonnellate infisse nel fondale di granito, 1.400 sacchi contenenti 13 mila metri cubi di malta cementizia.
Ora inizia l’altra grande sfida per il completo ripristino ambientale dei fondali.
Inconcepibile che un disastro possa diventare un monumento da osservare e di fatto buttare al mare il principio ‘chi inquina paga’. Ringraziamo il Ministero dell’Ambiente, la Protezione Civile, la Regione Toscana, l’Osservatorio, Comune, Provincia, Parco Nazionale dell’Arcipelago e tutti coloro che hanno collaborato alla perfetta riuscita del rigalleggiamento del relitto della Costa Concordia e il suo trasporto a Genova, un’operazione ingegneristica unica che ha ridato all’Italia dignita’, decoro, sicurezza agli occhi di tutto il mondo. Ora la stessa attenzione, la stessa scrupolosita’, la stessa professionalita’, grande competenza scientifica e tecnologica siano messe in campo per un’operazione altrettanto unica e innovativa per il ripristino ambientale dei fondali del Giglio”. E’ appello lanciato da Stefano Ciafani, vicepresidente nazionale di Legambiente nella giornata conclusiva di Festambiente, festival nazionale di Legambiente che si svolge a Grosseto.
“Quello che e’ stato cancellato dall’inchino’ della Costa Concordia era un’ambiente integro che ospitava una prateria di posidonia, una popolazione di pinna nobilis, il piu’ grande bivalve del Mediterraneo, coralligeno ed una ricca fauna ittica a pochi metri da Giglio Porto”.