Centinaia di uccelli stanno letteralmente andando a fuoco ogni giorno nei cieli sopra il deserto Mojave della California, “catturati” dai raggi e dai riflessi di quello che è considerato uno dei fiori all’occhiello dell’industria dell’energia pulita: il mega-impianto solare BrightSource – inaugurato solo a Febbraio scorso – sta ora scatenando proteste e allarme proprio tra i più strenui difensori dell’ambiente che ne chiedono la chiusura.
Situato vicino al lago Ivanpah in prossimità del confine tra California e Nevada, l’impianto da 2,2 miliardi di dollari è il più grande al mondo ad usare le cosiddette “torri energetiche solari”: più di 300.000 specchi, ognuno della dimensione di una porta di garage, riflettono i raggi del sole in tre mega-cisterne alte come un edificio di 40 piani. L’acqua all’interno viene così scaldata e produce vapore, che viene trasformato in energia elettrica per ben 140.000 case.
Ma la luce degli specchi sta causando l’inatteso “effetto collaterale”: l’uccisione in massa degli uccelli tanto evidente che gli investigatori di varie associazioni per la protezione della natura hanno chiesto allo stato della California di bloccare l’impianto.
Secondo “BrightSource”, gli uccelli uccisi ammontano a circa 1.000 l’anno.
Secondo un esperto del “Centro per la diversità biologica”, le vittime piumate sono almeno 28.000 l’anno, considerando un uccello viene ucciso ogni due secondi.
“E’ un problema di cui ci stiamo occupando con molta serietà”, ha riconosciuto Jeff Holland, portavoce di NRG Solar di Carlsbad, una delle tre aziende che possiedono l’impianto. La terza, Google, non ha fornito commenti diretti ai media USA.
“L’impatto sugli uccelli e stato sorprendente – ha ammesso Robert Weisenmiller, presidente della commissione sull’energia della California – non si era mai visto in relazione ad impianti solari più piccoli”.
Ma sui tavoli della commissione c’è ora un’altra richiesta, sempre della BrightSource per la costruzione di una campo di specchi e di una torre di 75 piani tra il Joshua Tree National Park e il confine tra California e Arizona. Lo stato deciderà questo autunno, ma alcuni gli esperti hanno già messo in guardia che l’effetto sull’ambiente potrebbe essere ancora più disastroso: la zona considerata è difatti ricca di aquile dorate e falconi pellegrini.