Nessuna fatalità, l’orso Daniza è stata uccisa.
In seguito alla barbara uccisione dell’Orsa Daniza, la LAV denuncia per violazione dell’articolo 544 bis del Codice Penale – reato di animalicidio che prevede fino a 2 anni di reclusione – il Presidente della Provincia di Trento Rossi, il Vice Presidente Olivi, l’Assessore-veterinario alla caccia Dalla Piccola e ogni altro responsabile di questa vera e propria esecuzione.
Solo tre giorni fa Claudio Groff (resp. “Grandi carnivori” del servizio Fauna e Foreste della Provincia di Trento), dichiarava alla stampa nazionale che i “proiettili narcotizzanti, possono essere pericolosi (…) mentre la trappola tubo è senza dubbio lo strumento più difficile e lento”.
Chi dunque ha ordinato l’esecuzione a colpi di proiettili narcotizzanti??, domanda la LAV.
La LAV ha quindi chiesto al Procuratore Capo della Repubblica Amato – che ha colpevolmente cestinato tutti gli esposti a tutela degli orsi presentati nelle ultime settimane – l’immediato sequestro probatorio del cadavere di Daniza, e il sequestro preventivo dei suoi cuccioli – troppo piccoli per sopravvivere senza la mamma – nonché di tutti gli orsi del Trentino, per la loro messa in sicurezza evitando così nuove esecuzioni.
Le indagini vanno affidate al Nucleo specializzato Nirda del Corpo Forestale dello Stato, dal momento che la guardia forestale coinvolta in questa caccia all’orso – specie protetta e patrimonio indisponibile dello Stato, per legge! – dipende proprio dalla Provincia di Trento.
Inoltre, la LAV chiede che l’autopsia sul cadavere di Daniza sia immediatamente affidata all’Istituto Forense di Medicina Veterinaria del Ministero della Salute, dal momento che la fauna selvatica è patrimonio indisponibile dello Stato, per accertare ogni responsabilità di questa uccisione per “telenarcosi”.
“Non si tratta di un errore, ma di una esecuzione avallata proprio dalle Istituzioni che dovrebbero tutelare la Fauna selvatica, in primis il pilatesco Ministro dell’Ambiente Galletti che se n’è lavato le mani – afferma la LAV – le stesse che prima hanno voluto e avallato i progetti di reintroduzione degli Orsi, con tanto di operazioni di marketing turistico e beneficiando di 12 milioni di fondi UE, per poi organizzare una scandalosa caccia all’orso al primo presunto “fastidio”, autodistruggendo il proprio progetto ambientale e senza alcuna considerazione per l’opinione pubblica, anche trentina, dalla parte di Daniza, degli animali, della civiltà”.
“I cuccioli orfani di Daniza rischiano di morire di fame e di freddo (tanto più con l’inverno alle porte, i piccoli non sono abbastanza forti per procacciarsi il cibo né per scavarsi una tana), di rimanere vittime di altri predatori, inclusi gli altri orsi, perché ancora non in grado di difendersi”: lo conferma Max A. E. Rossberg, Vice Presidente della Società Europea Wilderness, esperto in Ecoturismo e Strategie di gestione, presente oggi e domani con la LAV a Trento proprio per difendere gli orsi, insieme a Gudrun Pflüger, esperta di Fauna selvatica della SEW
“Nessuno sa quante siano le chance di sopravvivenza degli orsi orfani né se resteranno insieme, ciò che è certo – prosegue Max A. E. Rossberg – li aspettano tremende difficoltà. Se la natura non li aveva ancora separati dalla madre, vuol dire che non sono pronti ad affrontare le sfide della sopravvivenza in ambiente non protetto. La morale è che rimuovendo brutalmente un presunto orso problematico, si creano le premesse per problemi di convivenza e di sopravvivenza, questi sì reali.”