Le perdite subite dall’Italia nel braccio di ferro tra Unione Europea e Russia sono quasi sette volte superiori al valore dei beni congelati all’oligarca russo Arkadi Rotenberg.
E’ quanto afferma la Coldiretti in occasione dell’attuazione in Italia dalle sanzioni decise dall’Unione Europea che ha portato al blocco i beni per 30 milioni di euro.
Le contromisure attuate dalla Russia, in vigore dal 7 agosto, con il divieto all’ingresso di una lista di prodotti agroalimentari che comprende frutta e verdura, formaggi, carne e salumi ma anche pesce, costano all’Italia – sottolinea la Coldiretti – quasi 200 milioni di euro all’anno. Peraltro alle perdite dirette si sommano – precisa la Coldiretti – quelle indirette dovute al danno di immagine e di mercato provocato dalla diffusione sul mercato russo di prodotti di imitazione che non hanno nulla a che fare con il Made in italy, ma anche la possibilità che vengano dirottati sul territorio nazionale i prodotti agroalimentari di bassa qualità di altre nazioni che non trovano piu’ uno sbocco nel Paese di Putin.
In particolare – continua la Coldiretti – i settori piu’ penalizzati sono l’ortofrutta per un importo di 72 milioni di euro esportati nel 2013, le carni per 61 milioni di euro, latte, formaggi e derivati per 45 milioni di euro. Da segnalare che sono stati colpiti anche prodotti tipici dal Parmigiano Reggiano al Grana Padano (per un importo di 15 milioni di euro), ma anche prosciutti a denominazione di .origine. Le tensioni politiche si sono in realtà estese agli scambi anche a prodotti non colpiti direttamente dall’embargo ma sui quali – conclude la Coldiretti – pesa l’incertezza di nuove misure restrittive.