I lavori del Citytech di Milano, appena conclusosi, hanno mostrato numeri incoraggianti nella lotta per migliorare l’impatto ambientale della mobilità urbana e idee innovative all’insegna dell’eco-compatibilità.
La città di Milano ha profuso grandi sforzi, soprattutto in tempi recenti, per rendere gli spostamenti urbani dei propri cittadini più facili e meglio gestibili da parte della stessa pubblica amministrazione.
Nonostante la crisi economica e i recenti tagli al settore pubblico, il problema più pressante, evidenziato da Pierfrancesco Maran, assessore alla mobilità del capoluogo lombardo, sembra essere la cattiva redistribuzione dei già pochi fondi disponibili.
Sulla stessa linea anche Giovanni Pontecorvo (Vicepresidente ANFIA e Presidente Sezione Costruttori) che ha invocato l‘assoluta necessità di una migliore razionalizzazione dei fondi sia italiani che europei.
La mobilità in Italia viene da troppi anni considerata un ambito da sottoporre a tagli, in modo da foraggiare altri settori parimenti in crisi. Eppure, ha sottolineato Davide Corritore (Presidente Metropolitana Milanese), è proprio attraverso la mobilità, soprattutto se sostenibile e quindi meno gravosa economicamente, che l’economia di un Paese può crescere permettendo ai singoli cittadini ad alle imprese di migliorare le proprie possibilità lavorative e di accelerare le operazioni commerciali.
La realtà italiana attuale ci parla invece di un sistema dei trasporti vecchio di 25 anni rispetto al resto d’Europa, inadeguato soprattutto a supportare il turismo che è uno dei motori economici più importanti del nostro Paese.
Un sistema che invece di rispettare l’ambiente e sostenere gli investimenti crea inquinamento, diseconomie ed eccessive esternalità.
In Italia appare difficile mettere in evidenza la stretta correlazione che lega una mobilità eco-sostenibile, più veloce, meno impattante a livello ambientale e più economica con uno sviluppo del mercato del lavoro che diverrà automaticamente più ricco di opportunità, più solido e più redditizio.
Bisogna ricordare però che, nel caso specifico, Milano, oltre ad avere la possibilità di “utilizzare” EXPO come banco di prova, presenta per sua stessa natura un’identità urbana e demografica abbastanza unica. In realtà, non è scorretto dire che in Italia non esistono due città urbanisticamente simili. Le soluzioni ottimali per Milano non possono certo valere per Roma, Napoli o Firenze.
Thomas Beerman, CEO di car2go Europe (azienda leader nel settore del carsharing e della mobilità green), ha giustamente evidenziato come, nonostante i sorprendenti risultati raggiunti dalla propria compagnia nella città meneghina (si parla, per esempio, di una forte riduzione delle seconde macchine), le soluzioni pensate per Milano siano in qualche modo proprie solo di quel territorio.
Non si può infatti prescindere da un’analisi approfondita che integri la realtà cittadina in esame con le abitudini dei cittadini stessi, i loro spostamenti abituali e i mezzi che sono soliti utilizzare.
La sfida per il futuro è tanto difficile quanto stimolante. Dovremo essere in grado di prendere spunto dai successi (e anche dalle difficoltà) di Milano e Roma per bypassare innanzitutto le realtà regionali provinciali e cittadine per lavorare su una piattaforma unica come nel resto d’Europa.
Sarà poi necessaria un’attenta valutazione ambientale strategica attraverso la quale realizzare sistemi di mobilità calzanti con le varie realtà che possano poi permettere ai cittadini di risparmiare denaro, tempo e di vivere in città più eco-sostenibili, libere dalle polveri sottili e, in definitiva, più vivibili.
Andrea Ferrari Trecate