Scandalo piume, ancora polemiche: la spiumatura in vivo è vietata in Italia

La LAV smentisce Assopiuma (associazione di categoria del settore)  che, a seguito dell’inchiesta-scandalo trasmessa da Report sulle sofferenze inflitte alle oche spiumate ancora vive, ha prontamente pensato di tutelare i propri associati, e i propri interessi, divulgando un discutibile comunicato stampa “rassicurante”.

Quanto si legge nello stesso comunicato (http://www.assopiuma.org/?p= 516) pubblicato sul sito di Assopiuma il 4 novembre e ripreso da organi d’informazione, non corrisponde al vero e la LAV chiede ad Assopiuma una tempestiva rettifica:

Infatti, Assopiuma dichiara:

“.. Conoscendo la pratica del prelievo delle piume da animali vivi, consentita solo con il metodo della spazzolatura durante il periodo della muta,  abbiamo segnalato che in Europa esiste una legge (art. 3 Direttiva Comunitaria Europea n.9858/C) che vieta lo spiumaggio da animali vivi con le modalità proposte dal filmato messo in onda; non possiamo negare che casi sporadici si possano ancora verificare, ma sicuramente sono episodi isolati che sfuggono al controllo delle autorità competenti divenuto negli ultimi anni estremamente accurato anche a seguito dell’influenza aviaria…”

La LAV segnala che tali dichiarazioni non corrispondono affatto con quanto previsto dalla normativa europea:

1. La “spazzolatura” nel periodo di muta è una pratica che, unitamente alla “pettinatura”, può sì consentire la raccolta di piume senza causare dolore agli animali, tuttavia non è una metodologia obbligatoria per legge.

E’ stata infatti l’EFSA (l’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare) ad individuare tale metodologia come unica indolore pubblicando nel 2010 un proprio Parere tecnico-scientifico.

EFSA si limitata ad elaborare pareri scientifici e consulenza specialistica per fornire un solido fondamento all’attività legislativa e alla definizione delle politiche in Europa e per consentire alla Commissione europea, al Parlamento europeo e agli Stati membri dell’UE di assumere determinate decisioni. I Pareri EFSA non sono leggi.

2. La Direttiva Europea 98/58/CE riguardante la “Protezione degli animali negli allevamenti” non dispone alcun esplicito divieto di spiumatura di animali vivi.

Il Punto 19 dell’Allegato alla Direttiva, in riferimento alle Mutilazioni prevede:

19. In attesa dell’adozione, secondo la procedura di cui all’articolo 5 della direttiva e fatta salva la direttiva 91/630/CEE, di disposizioni specifiche in materia di mutilazioni, si applicano le pertinenti disposizioni nazionali nel rispetto delle norme generali del trattato.”

Ciò significa che se uno Stato Membro non ha in proprio vietato la spiumatura di animali vivi, tale pratica resta consentita.

3. Il divieto di spiumatura di animali vivi è invece esplicitamente previsto nella normativa italiana (importante risultato ottenuto anni fa proprio dalla LAV) dove al Decreto Legislativo 146/2001 (di recepimento della Direttiva UE) il Punto 19 dell’Allegato è stato così integrato:

19. È vietata la bruciatura dei tendini ed il taglio di ali per i volatili e di code per i bovini se non a fini terapeutici certificati. La cauterizzazione dell’abbozzo corneale è ammessa al di sotto delle tre settimane di vita. Il taglio del becco deve essere effettuato nei primi giorni di vita con il solo uso di apparecchiature che riducano al minimo le sofferenze degli animali. La castrazione è consentita per mantenere la qualità dei prodotti e le pratiche tradizionali di produzione a condizione che tali operazioni siano effettuate prima del raggiungimento della maturità sessuale da personale qualificato, riducendo al minimo ogni sofferenza per gli animali. A partire dal 1° gennaio 2004 è vietato l’uso dell’alimentazione forzata per anatre ed oche e la spiumatura di volatili vivi. Le pratiche di cui al presente punto sono effettuate sotto il controllo del medico veterinario dell’azienda.”

“Oggi, nella produzione mondiale di piume non c’è alcuna credibile garanzia che le oche non subiscano alcun danno o lesione. Risulta alquanto improbabile che la produzione industriale di piume, per il soddisfacimento delle  aziende che ogni anno immettono sul mercato milioni di capi, possa sostenersi con la sola tecnica della spazzolatura e pettinatura e nel solo periodo di naturale muta” – dichiara Simone Pavesi, Responsabile LAV Moda eticamente sostenibile.

“La filiera della piuma nasconde molte incertezze sul reale trattamento degli animali, e i soggetti commerciali che basano il loro modello di business su questa forma di sfruttamento animale non sono in tale senso affidabili date le fuorvianti interpretazioni delle scarse normative esistenti a tutela delle oche”, conclude Pavesi.