Riprendere la nostra proposta di detrazione fiscale del 50% relativa alla sostituzione dell’amianto con coperture fotovoltaiche, rivendicare il mancato aumento dell’iva sul pellet come prospettato da qualcuno in sede di discussione della legge di stabilità alla Camera, ora passata al Senato e porre rimedio subito ad un vuoto legislativo venutosi a creare con le legge 116/2014 (decreto competitività), per la quale sono tenuti a sottoporsi alla procedura di valutazione di impatto ambientale anche impianti di piccola taglia.
Sono queste le richieste che il Coordinamento Free – Fonti rinnovabili ed efficienza energetica, che raggruppa oltre 30 associazioni del settore – fa a Governo e Parlamento in vista del passaggio della Legge di stabilità 2015 al Senato.
“Presentammo già un’integrazione alla scorsa Legge di stabilità per introdurre detrazioni fiscali del 50%, che si applicano anche alla sostituzione di amianto con coperture fotovoltaiche esercite a livello impiantistico da un soggetto responsabile classificabile come persona giuridica“. L’allegato tecnico alla proposta dimostrava che, grazie al ricupero di Ires, Irap, Irpef, Iva, il provvedimento sarebbe stato fiscalmente neutro e, nel periodo 2014-2020, avrebbe come minimo realizzato più di 13 km2 di superficie bonificata, creato più di 1000 posti di lavoro stabili, con un fatturato annuo di circa 300 milioni per le imprese coinvolte. Inoltre, ci siamo battuti fortemente per la bocciatura dell’emendamento “ammazza pellet”, che all’articolo 19 prevedeva l’aumento dell’Iva sul pellet dal 10 al 22% per coprire a livello finanziario il mantenimento delle agevolazioni sul gasolio e il Gpl, come combustibili per il riscaldamento, in alcune zone geografiche.
Il pellet viene usato da circa 2 milioni di famiglie soprattutto in Italia e di fascia medio bassa, peraltro. In ultimo, ma non per importanza, il Governo dovrebbe porre rimedio, con la massima velocità, ad un problema che si è venuto a creare con la legge 116/2014 – Decreto Competitività – e che prevede, indirettamente, che tutti gli impianti di taglia piccola, come nel caso del fotovoltaico o del mini eolico, debbano essere sottoposti alla procedura di valutazione di impatto ambientale.
Molto strano che un Governo che vara decreti dai nomi altisonanti come Sblocca Italia, Competitività, Sviluppo poi blocchi nei fatti anche la costruzione di un pollaio. Perché, teoricamente parlando, anche la costruzione di un pollaio dovrebbe essere sottoposta ad una procedura di valutazione di impatto ambientale.