Sono servite 1.200 microcariche esplosive da 50 grammi per abbattere l’ecomostro di Alimuri, sulla costiera sorrentina, tra Vico Equense e Meta di Sorrento.
Alla demolizione però si è registrata l’assenza delle istituzioni, che si sono defilate adducendo i motivi più disparati.
A tal riguardo, abbiamo intervistato Alfonso Pecoraro Scanio, ex ministro dell’Ambiente, che sostenne la necessità dell’abbattimento dell’ecomostro di Copanello di Sateletti, in provincia di Catanzaro.
Nell’agosto 2006 lei lanciò la proposta di un censimento degli ecomostri e poi fu il primo e per il momento unico ministro a istituire in finanziaria un fondo per la demolizione degli abusi ed infine il 16 gennaio 2007 era presente insieme alle autorità locali alla demolizione dell’ecomostro di Copanello, in Calabria e tra i giornalisti presenti a quell’evento c’era Giannantonio Stella che oggi biasima l’assenza di presidente di regione e altre autorità. Come vede questa demolizione disertata dalle autorità?
Son contento che finalmente si sia arrivati a demolire quell’obbrobrio in una zona splendida come la costiera ma certo ritengo sia stato un segnale grave la “rumorosa” assenza delle autorità regionali e nazionali.
Sento parlare di lotta al consumo di suolo e al cemento selvaggio ad ogni sempre più frequente alluvione, lo dicono anche quei politici e partiti che mi hanno contrastato per anni perché volevano condoni e colate di cemento. Non so se il ministro era impegnato per la preparazione della conferenza sul clima di Lima ma almeno un sottosegretario, un presidente di commissione parlamentare,un deputato o un senatore dovevano esserci. E poi la Regione non doveva essere così assente. Non vorrei che essendo alla vigilia delle regionali sia destra che sinistra pensino solo a blandire speculatori e abusivi.
Lei iuscì anche a convincere la Regione Calabria a far demolire l’ecomostro di Copanello
e si recò di persona da ministro ad assistere alla demolizione. Questo è molto importante come sostegno a Sindaci e magistrati che contrastano i cementificatori, specie nelle regioni ad alta densità mafiosa.
Io sono sempre stato attivo contro gli ecomostri fin dalla battaglia contro il Fuenti, sempre in costiera o a punta Perotti ed anche allora, ad aprile 2006, ero presente come presidente dei Verdi e vidi dalla barca la demolizione. Ecco perché, coerentemente e ben sapendo di farmi potenti nemici anche nel centrosinistra, da ministro dell’ambiente intensificai l’azione contro l’abusivismo specie nei parchi, sulle coste, nelle aree di pregio. Troppe volte ho visto amministrazioni locali attive nel perseguire un comignolo o un gabbiotto per l’ascensore irregolari e stranamente cieche verso interi palazzi o peggio quartieri abusivi. Ecco perché proposi un censimento degli ecomostri ed un piano per la demolizione stanziando anche dei fondi, perché le enunciazioni senza norme e risorse sono segnali di impotenza.
Ma ci sarebbe qualche soluzione normativa efficace?
Io ho più volte proposto di usare verso le costruzioni abusive il processo per direttissima e soprattutto la demolizione immediata dello stabile se non si può esibire una regolare licenza edilizia. In questo caso l’abusivo perderebbe ogni interesse. Ora invece anche di fronte al sequestro del cantiere c’è sempre la speranza di qualche sanatoria sempre annunciata o tentata e spesso il solo annuncio moltiplica gli abusi.