“Da decenni insisto per introdurre nel codice penale gli ecoreati perché senza definire la vera gravità dei delitti contro l’ambiente si indebolisce la capacità di azione della magistratura e si rischia di far prescrivere processi che dovrebbero essere considerati equivalenti almeno al tentato omicidio e non ad un reato minore”, ha affermato Alfonso Pecoraro Scanio, che da ministro dell’Ambiente riuscì a far varare dal consiglio dei ministri una delle discipline più rigorose contro i disastri ambientali e gli Ecoreati, ma poi la legislatura terminò.
“Nel 2007 mi aiutò uno dei primi magistrati ambientalisti, Gianfranco Amendola che collaborava al ministero ma gli avversari operarono in modo pubblico e anche nell’ombra e l’iter di approvazione si bloccò con la fine della legislatura nel 2008. Poi fino al 2013 non si è fatto nulla. Negli ultimi anni ho continuato questa battaglia anche organizzando alcuni convegni presso il Senato per rilanciare la necessità degli Ecoreati. Purtroppo anche quel testo è bloccato da molti mesi al Senato nonostante le richieste di Sel e M5S di calendarizzarlo.
Senza l’approvazione di rigorose categorie di delitti contro l’ambiente continueremo ad assistere impotenti a inquinamenti da amianto o di interi bacini idrici con conseguenti decessi e malattie ed i relativi processi per disastro ambientale che finiscono in fumo”, conclude Pecoraro.