“Il ponte dell’arcobaleno”, il nuovo libro di Loretta Mazzinghi, richiama subito alla mente, per gli amanti degli animali, l’immagine di prati e vallate dove corrono i nostri a-mici che hanno lasciato questa terra.
In realtà, davanti a quello sfondo variopinto della copertina, si intravede un filo spinato, forse simbolo delle atrocità che, non di rado, alcuni di loro devono purtroppo patire prima di raggiungere tale incantevole luogo.
Il libro si sviluppa attraverso quindici fiabe che mirano ad offrire spunti di riflessione sul significato dell’esistenza. Rimanere nell’ombra, confortevole e noiosa, oppure fondersi con il tutto e vivere intensamente la vita?
Il viaggio è qui emblematico di un moto interiore che non lascia nella solitudine o nello sconforto ma guida verso la condivisione di un comune sentire. Le percezioni si fanno aguzze in tutta la narrazione ed intercettano umori ed intenzioni. Trasformarsi per gli altri quasi sempre risulta infruttuoso. Essere sempre sé stessi invece, prima o poi, paga.
La ricerca della libertà è il fil rouge di tutti i racconti ove si affrontano i temi dell’abbandono e dell’importazione illegale di cuccioli, con il lucido sguardo prospettico degli animali, inusuale ma di autentica efficacia. Vi è sempre una vena di speranza che, alla fine, qualcosa possa cambiare.Il libro si conclude con le odi agli animali inedite dell’autrice e alcune di quelle tra le più famose da Pascoli a Trilussa. Una perla di saggezza da non perdere.
Laura Petrai