“Stiamo lavorando a definire il nuovo decreto ministeriale” sulle fonti rinnovabili “che vogliamo varare in tempi stretti, non oltre la fine di febbraio”.
Lo ha dichiarato Claudio De Vincenti, viceministro dello Sviluppo economico, al convegno organizzato dal Coordinamento Free “Per un nuovo assetto del mercato elettrico nel quadro della road map europea al 2030”. “Vogliamo muoverci prima di esaurire i 5,8 miliardi e per sbloccare gli investimenti – spiega De Vincenti – e usare via via nei prossimi anni le uscite dagli incentivi per sostenere le rinnovabili e raggiungere gli obiettivi europei”. Questo riguarda “le fonti rinnovabili diverse dal fotovoltaico”, perchè “siamo convinti che questa fonte possa svilupparsi senza incentivi ma con l’integrazione nel mercato e nelle reti”.
Gb Zorzoli, presidente onorario del Coordinamento Free ha dichiarato: “Alla contraddizione fra contrattazioni sul mercato spot (basate sul costo marginale) e investimenti, come quelli degli impianti elettrici, con lunghi tempi di ritorno, che ha di fatto portato a investimenti delle utility nei soli cicli combinati, si è aggiunta la significativa penetrazione delle rinnovabili, di cui due tecnologie rilevanti, eolico e fotovoltaico, sono a costo marginale pressoché nullo. Per risolvere questi due nodi abbiamo fatto questa proposta articolata su due capisaldi: aggregazione territoriale delle Fer, prevista dal recente decreto sull’efficienza energetica, in modo da superare il problema della non programmabilità, mercato spot affiancato da contratti di compravendita dell’energia a lungo termine, rimuovendo alcune prescrizioni che rendono di fatto impraticabile questa soluzione. Con contratti, ad esempio di durata decennale, si renderanno oltre tutto bancabili investimenti che oggi incontrano difficoltà, in quanto la compravendita avviene soltanto sul mercato spot o con contratti bilaterali di durata annuale”.
Alla fine del dibattito Gianni Silvestrini, presidente di Free si è soffermato sul concetto di “demand response”: “Per una nuova visione del mercato elettrico bisogna coinvolgere il lato della domanda, come si fa già negli Usa e in Germania, per esempio. Questo può rappresentare un’opportunità per le rinnovabili non programmabili, per i consumatori e per le nuove aggregazioni”.