Finalmente dall’autorità dell’energia elettrica il via libera per il biometano, una importante opportunità per il rilancio del comparto agricolo.
Nel 2030 il settore potrebbe coprire i consumi annui di circa 1 milione di veicoli.
La novità sarà presentata a Cremona in occasione di BioEnergy Italy giovedì 26 febbraio nel convegno “Biometano e chimica verde: il biogas dopo gli incentivi”.
Dal giugno 2011 si attendeva lo sblocco normativo per l’utilizzo del biometano (ossia il biogas depurato) in rete da parte degli operatori. Finalmente l’Autorità per l’energia elettrica, il gas e il sistema idrico (AEEGSI) ha tolto uno degli importanti vincoli che ancora restava per l’apertura di questo mercato, pubblicando nei giorni scorsi la delibera n. 46/2015/R/gas, con le direttive per le connessioni di impianti a biometano alle reti del gas naturale e delle disposizioni in materia di determinazione delle quantità di biometano ammesse agli incentivi.
“L’Italia è il terzo Paese al mondo per produzione di biogas (1.300 impianti a biogas agricolo) – dice Sofia Mannelli Presidente di Chimica Verde Bionet – dopo Cina e Germania; sono stati fatti 4,5 miliardi di euro investimenti, creando 12mila posti di lavoro. Con questa potenzialità l’Italia può produrre 1,8 miliardi Nmc (Normal metro cubo) di metano ogni anno, la proiezione è di circa 670 milioni di metri cubi di biometano entro il 2020. Nel 2030 il settore potrebbe coprire i consumi annui di circa un milione di veicoli. Il biometano è l’unico biocarburante realmente italiano prodotto da matrice italiana ed è una opportunità importante per il rilancio dell’agricoltura in quanto, provenendo dal biogas, sfrutta tutti quelle colture di integrazione e tutti quei sottoprodotti o rifiuti, pensiamo ai reflui zootecnici, suinicoli e avicoli che prima erano inutilizzati ed anzi costavano all’azienda in termini di smaltimento. Il biogas ha permesso a molte aziende di resistere alla crisi strutturale che ha colpito l’agricoltura, molte aziende agricole hanno investito molto in innovazione e sviluppo. Ci si augura che non cambino le regole in corsa, come spesso succede nel nostro Paese, in questo caso il biometano si farà realmente dando seguito agli studi della ricerca, dei produttori di tecnologia ed agli sforzi che gli imprenditori agricoli stanno portando avanti da anni”.
A questo punto, il Gestore dei servizi energetici ha 60 giorni di tempo per la pubblicazione delle procedure operative ed entro 45 giorni devono uscire i codici di rete da parte dei gestori della rete.
La delibera n. 46/2015/R/gas definisce le connessioni agli impianti , l’efficienza delle reti e la sicurezza; la responsabilità di garantire la sicurezza e l’efficienza tecnica nella gestione delle reti del gas è attribuita al gestore di rete, che deve verificare la compatibilità dei profili di immissione del biometano. Si conferma inoltre che è il produttore il soggetto responsabile per l’installazione e la manutenzione dei sistemi di misura, mentre il soggetto obbligato alla rilevazione, registrazione e archiviazione delle misure è il gestore di rete. L’attività di certificazione e misurazione della quantità di biometano incentivabile ai sensi degli articoli 3, 4 e 5 del decreto 5 dicembre 2013 è attribuita al Gestore dei servizi energetici.
Di questa importante novità legata al biometano si discuterà a Cremona nell’ambito di BioEnergy Italy (25-27 febbraio 2015) durante il seminario “Biometano e chimica verde: il biogas dopo gli incentivi” a cui seguirà la premiazione del “Premio Best Practices” e del “Premio Bioenergy per Tesi di Laurea e Dottorato”.