Il prossimo 7 maggio inizierà il processo al Delfinario di Rimini.
La Procura della Repubblica ha rinviato a giudizio il legale rappresentante della società di gestione della struttura, e la veterinaria responsabile della custodia e della somministrazione dei farmaci, per maltrattamento di animali ai sensi degli articoli 544 ter, comma I e II, e 727 del Codice Penale.
Il PM Marino Cerioni ha infatti firmato il Decreto di citazione a giudizio perché gli imputati “sottoponevano i 4 delfini della specie Tursiops truncatus ospitati nel delfinario, a comportamenti insopportabili per loro caratteristiche etologiche e quindi incompatibili per la loro natura, anche sottoponendoli a trattamenti idonei a procurare un danno alla salute degli stessi con conseguenti gravi sofferenze”.
Il PM ha dettagliatamente specificato anche le criticità emerse in relazione alle dimensioni e caratteristiche delle vasche in cui erano detenuti ed erano costretti ad esibirsi i quattro delfini. La LAV è stata riconosciuta parte offesa.
“Esprimiamo la nostra soddisfazione per la decisione della Procura della Repubblica – afferma la LAV – un ulteriore importante passo avanti verso la definitiva chiusura di una struttura che pur non avendo mai ottenuto l’indispensabile licenza di giardino zoologico, è rimasta aperta al pubblico per quasi un decennio proponendo spettacoli con delfini, e che, nonostante tutto, dalla scorso anno fa esibire delle otarie”.
Una vicenda giudiziaria iniziata con il sequestro preventivo degli animali e il loro trasferimento, avvenuto a settembre del 2013 (disposto della Procura della Repubblica di Rimini in seguito al sopralluogo degli agenti del servizio Cites del Corpo Forestale dello Stato del 31 luglio 2013, scaturito da numerose segnalazioni della LAV e di altre associazioni; sequestro confermato dalla Cassazione nel 2014,) e proseguita con l’emanazione di un Decreto di chiusura del Delfinario di Rimini, notificato dal Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare lo scorso 5 dicembre.
“Ora gli imputati dovranno rispondere del trattamento riservato negli anni ai quattro delfini – prosegue la LAV, che aggiunge – la nostra associazione sta mettendo a punto tutte le iniziative necessarie per evitare la riapertura con altri animali, mettendo finalmente la parola fine al circo acquatico che è un’onta per la città di Rimini e per tutta l’Italia”.