«È una proroga a vita dell’Ilva che è in realtà solo un modo per far rientrare le banche dalle loro esposizioni e dei loro crediti per poi lasciare tutti debiti e danni a carico dello Stato. Ecco cos’è il decreto Ilva», così il Movimento 5 Stelle che oggi ha votato no al decreto Ilva alla Camera.
«È palese – ha detto in Aula il deputato Davide Crippa – come il Governo ritenga troppo restrittive le norme dell’autorizzazione AIA per l’Ilva, considerando che si sta facendo di tutto per ampliarne le maglie giustificando di fatto la procedura di infrazione europea».
Il decreto introduce una nuova figura: l’unto dal Signore: «Al commissario Straordinario tutto è concesso – ha detto Crippa – tanto che viene scritto nero su bianco che non è responsabile penalmente per le operazioni di finanziamento, bancarotta semplice e bancarotta fraudolenta. Rimango di stucco quando all’interno di quest’aula ci troviamo di fronte a struggenti e sicuramente sentite commemorazioni per le più svariate tragedie sul lavoro e poi alla prima occasione, come i peggiori Dott. Jekyll e Mr. Hyde, la stessa aula di fatto esonera dai propri doveri e dalle proprie responsabilità colui che sarebbe il responsabile della sicurezza aziendale dell’Ilva che, come si può leggere da cronache recenti, non è per nulla esente da rischi di incidenti. Quindi un infortunio sul lavoro all’interno dello stabilimento Ilva potrà di fatto non comportare più alcuna responsabilità penale del datore di lavoro?».
E poi la vergogna delle scorie dell’acciaieria: «All’art 4, comma 2-ter, si stabilisce che le scorie di fonderia possono essere destinate alla realizzazione di sottofondi stradali o rilevati ferroviari in tutta Italia mediante test di cessione oppure tramite analisi sul materiale, demandando all’Ispra la valutazione dei possibili rischi per la falda e per la salute entro 12 mesi dal recupero, come da regolamento europeo.Cosa vuol dire? Che il test di cessione, l’unica prova certificata di sicurezza, se più favorevole verrebbe bypassata da un regolamento europeo che non riguarda i rifiuti. Insomma: fatto il rilevato stradale con le scorie, dopo 11 mesi può arrivare Ispra che può denunciare il rischio di inquinamento della falda. A quel punto chi pagherà la rimozione? Non vi nascondo che ho trovato surreale leggere sui giornali come il deputato Bratti si sia indignato per quanto contenuto nel decreto inserito dal Senato dallo stesso PD per le scorie di fonderia. Ma è l’ipocrisia a cui ci hanno purtroppo abituati».