La proposta di sciogliere il Corpo Forestale sta suscitando molte polemiche e sarà oggetto di una protesta organizzata a Roma da tutti i sindacati del Corpo Forestale, a cui aderisce anche l’ex ministro dell’Ambiente, Alfonso Pecoraro Scanio.
Onorevole, qual è il motivo della protesta?
Il 31 marzo alle 9,30 sarò di fronte palazzo Madama e alle 14,30 in piazza Montecitorio al fianco dei forestali che protestano contro l’assurda proposta di scoglierli per accorparli in altri corpi di polizia. Una scelta insensata e pericolosa. Economisti autorevoli hanno dimostrato che comporterebbe un aggravio di spesa e tutti siamo convinti che indebolirebbe la già inadeguata azione di contrasto ad eco e agroreati proprio mentre, dopo decenni, si cerca di approvare finalmente, seppure con qualche ombra, una normativa contro gli Ecoreati.
Già nel 2001 ci fu il rischio smembramento del Corpo Forestale.
Nel 2001 l’allora ministro della funzione pubblica aveva già firmato il decreto di smembramento del corpo forestale tra le regioni in base ad un’assurda legge delega. Eravamo nelle fase dell’ubriacatura federalista. Come ministro dell’Agricoltura riuscii a bloccare quella follia dopo un lungo scontro. Oggi ci risiamo, una legge delega proposta della funzione pubblica che, in nome di un ideologia “taglista” e di un presunto risparmio di spesa che invece non esiste, chiede la delega per sciogliere il CfS in altri corpi che giustamente hanno altre emergenze e priorità (lotta al terrorismo e a varie criminalità ) e non potrebbero certo investire sui temi agroambientali.
Quali furono i suoi provvedimenti per dare nuova linfa al Corpo Forestale?
Nel 2000-2001 costituii alcuni corpi specializzati, i Nuclei di polizia agroforestale (Nipaf), il Nucleo anticendio boschivo (Niab), il Nucleo Agroalimentare e forestale (Naf), che hanno dimostrato una crescente capacità di intervento nonostante scarsi fondi e poco organico. Basti citare l’azione contro la Terra dei Fuochi, i sequestri di campi Ogm, il forte ridimensionamento del bracconaggio in alcune aree. Non possiamo consentire questo grave errore, anzi occorre far confluire le polizie provinciali nel Cfs e rafforzarne le possibilità di intervento. Bisogna che governo e parlamento ascoltino gli appelli delle associazioni per la legalità e per l’ambiente. Tra gli altri di Don Ciotti, Carlin Petrini e Saviano. Non bisogna mollare fino all’ultimo.