La tassa sui rifiuti e quella sui servizi indivisibili (al secolo Tari e Tasi) sono destinate a salire sempre di più, senza nessun premio per coloro che hanno un atteggiamento virtuoso nell’impiego dei beni, nella gestione dei rifiuti, o nel contenimento degli sprechi.
Sembra anche che sia ormai tramontato del tutto il timido tentativo di spingere sulla bioedilizia, introducendo un meccanismo atto a ridurre le aliquote per coloro disposti a spendere qualche soldo in più a tutela dell’ambiente.
Chi si è ritrovato a pagare la Tasi sulla prima casa già si è dovuto rendere conto che rispetto all’anno precedente ci sono stati degli aumenti. In alcuni casi, fanno notare dalla Cgia di Mestre, non si tratta di aumenti facilmente individuabili perché l’aliquota, rispetto a quella del 2014, è stata addirittura leggermente limata verso il basso. Ma a conti fatti, come detto, non c’è stato nessuno sconto per coloro che sono stati chiamati a pagare un piccolo salasso. Perché? Ciò è dovuto principalmente alla scelta di eliminare le detrazioni e il che ha prodotto effetti affatto graditi.
A questo punto qual è lo scenario per il futuro? Secondo i calcoli della Cgia, con la riduzione dei trasferimenti da parte del governo centrale (1,5 miliardi di euro solo per il 2015), i sindaci procederanno a continui aumenti per far quadrare i conti, il che, già dal prossimo anno potrebbe portare la Tari e la Tasi al 6 per mille.
In tutto questo quindi diventa abbastanza improbabile che chi vorrebbe fare un investimento importante, scegliendo la bioedilizia, si senta nella posizione di poter intaccare i propri risparmi, davanti ad un futuro così incerto dove la certezza è solo una: se non si cambia direzione la proprietà di una casa sarà sempre di più un lusso per moltissime persone. Un futuro sfortunatamente già scritto a meno che non venga rispolverata la proposta di legge, che vuole premiare i cittadini più virtuosi, sotto tutti i punti di vista, considerato che al governo Renzi il concetto di meritocrazia sembra stare moltissimo a cuore.