Si è svolta giovedì sera nell’area ospitalità del Napoli Pizza Village, la presentazione del volume “#pizzaUnesco orgoglio italiano” (a cura di Massimo Boddi, con Introduzione di Alfonso Pecoraro Scanio) e il lancio di “pizzanelmondo.org”, la piattaforma web collegata alla campagna mondiale che chiede l’iscrizione dell’Arte dei Pizzaiuoli Napoletani a Patrimonio culturale immateriale dell’Umanità.
#pizzaUnesco riparte dalle oltre 400mila firme raccolte in tutto il mondo. Davanti a un nutrito pubblico e ai pizzaioli della manifestazione napoletana capitanati da Teresa Iorio – fresca vincitrice del campionato mondiale di categoria – Alfonso Pecoraro Scanio ha ricordato l’impegno di raggiungere il milione di sottoscrizioni entro il prossimo mese di novembre, «da presentare all’Unesco a Parigi in concomitanza con la Conferenza sul Clima (COP21). Questa battaglia deve diventare un elemento identitario. Il Sindaco e il Soprintendente dell’area archeologica di Pompei, uno dei siti tutelati più celebri al mondo, hanno deciso di promuovere l’adesione alla World Petition da parte dei 57 beni italiani già recensiti dall’Unesco. Vogliamo dimostrare che l’arte dei pizzaiuoli napoletani rientra a pieno titolo tra i beni culturali di questo Paese e vuole diventare il 58° patrimonio dell’Italia, il 9° per la Campania».
Alla domanda del moderatore Raffaele Savonardo a Jimmy Ghione sui motivi che lo hanno spinto a vestire i panni di testimonial di #pizzaUnesco, il noto inviato di Striscia ha risposto «perché trovo sia giusto salvaguardare una cultura tradizionale che vanta una storia importantissima e per questo va preservata a livello di patrimonio mondiale. Il successo popolare della petizione è merito di questo gruppo che si è dato da fare fin dal primo momento. Bisogna ringraziare Alfonso Pecoraro Scanio che ha preso veramente a cuore questa battaglia».
Elio Lannutti, Presidente Adusbef, ha voluto tributare un «grazie» alle realtà presenti all’incontro – Rossopomodoro, Salvatore Cuomo con le sue pizzerie in Asia, Molino Caputo, Eccellenze Campane – che «lavorano per il made in Italy insidiato dai “cibi frankenstein”. Ci sono trattati commerciali come il TTIP transatlantico tra Usa e Europa che in segreto tolgono la tracciabilità dei prodotti, l’origine, attentando a quelle garanzie che ci siamo conquistati con dure battaglie».
Il Presidente di Eccellenze Campane, Paolo Scudieri, da parte sua ha riconosciuto il merito dei pizzaioli napoletani, «alfieri di una cultura e di una tradizione inanellate nella storia di Napoli e dell’Italia. La pizza è qualcosa che si fa col cuore, con sapori essenziali che non devono essere boicottati dal business né trascurati come storia della pizza. Da questo punto di vista, #pizzaUnesco è straordinariamente importante, va dato merito ad Alfonso Pecoraro Scanio che ha dimostrato una grandissima sensibilità coinvolgendoci in questa battaglia».
«Fare la pizza è una filiera che parte dal campo, dal singolo chicco di grano, dal molino che lo trasforma – ha spiegato Antimo Caputo, Amministratore delegato di Molino Caputo – C’è un pizzaiolo che mette insieme tutti gli ingredienti della nostra terra con un tecnica unica: la farina, il pomodoro, la mozzarella, il basilico, l’olio extra vergine di oliva. Oggi questo artigiano è diventato protagonista della scena, è un grande cambiamento culturale a cui abbiamo contribuito anche noi con il Campionato mondiale del pizzaiolo Trofeo Caputo, e ne andiamo fieri».
Così Franco Manna, Fondatore e Presidente di Rossopomodoro: «La nostra vocazione è quella di promuovere nel mondo le persone che rappresentano la pizza napoletana. Stiamo puntando sulla formazione del pizzaiolo e sull’esaltazione delle sue capacità artigianali. Da un anno portiamo avanti la raccolta firme a sostegno della petizione registrando un eccezionale entusiasmo intorno all’iniziativa, soprattutto all’estero. Anche Lidia Bastianich, nostra ospite qui al Pizza Village, ha firmato a favore della battaglia».
Figlio di un emigrante napoletano, Salvatore Cuomo, pioniere della pizza napoletana in Giappone e in Asia, ha spiegato che «all’estero il pizzaiolo non è un mestiere, all’interno della cucina è un’opzione. Fin dal primo momento nel Sol Levante, ho fatto mia la missione di insegnare alla popolazione giapponese che fare la pizza non è il lavoro di uno chef, ma di un artigiano specializzato e qualificato. Sono particolarmente grato ai miei allievi che da anni si dedicano con passione alla conservazione dei metodi di lavorazione della pizza, così come vuole la tradizione napoletana».
Il libro “#pizzaUnesco orgoglio italiano” è in distribuzione dalla casa editrice Aracne, giovedì sera rappresentata dall’editore Gioacchiano Onorati che ha voluto ringraziare Pecoraro Scanio per «averci chiamati a realizzare il volume proprio in occasione del Pizza Village di quest’anno».
Ad entrare nel merito della pubblicazione è stato lo stesso curatore, Massimo Boddi: «Il volume ripercorre, anche grazie alle numerose fotografie, il primo anno della petizione e della campagna #pizzaUnesco. Mesi di iniziative a livello planetario per una impresa senza precedenti. Insieme ad alcune interviste, include contributi di accademici e di esponenti della cultura che conferiscono un importante valore aggiunto a questo lavoro. Il libro è solo la prima parte di un progetto work in progress che vede la cronaca di questa battaglia scriversi nel suo stesso svolgersi».
Riguardo al sito, pizzanelmondo.org, lanciato ufficialmente, Annalisa Tancredi, co-fondatrice di AmbienteQuotidiano.it ha spiegato che «è stato creato per raccogliere tutte le iniziative della campagna #pizzaUnesco e per dare maggiore evidenza ai traguardi raggiunti grazie anche al contributo dei supporters e degli ambassador della petizione. Nella sezione dedicata alla “Pizza nel Mondo” verrà dato ampio spazio a tutte le pizzerie e ai pizzaioli che diffondono la tradizione partenopea nel mondo».
Nel corso della serata Giuseppe Giordano, in rappresentanza dei maestri pizzaioli di Tramonti in Italia e nel mondo, ha consegnato ad Alfonso Pecoraro Scanio 6mila sottoscrizioni collezionate negli ultimi mesi dalla corporazione per la raccolta firme #pizzaUnesco.