Presentati durante il convegno: “Smart cities ed economia circolare”, organizzato dalla Fondazione UniVerde e da IPR Marketing in collaborazione con Cobat, Consorzio Nazionale Raccolta e Riciclo, i dati del 13° rapporto: “Gli italiani e il solare” con un focus su: “Storage & Recycling” e sulla COP21 che si terrà a Parigi.
Il solare conferma il trend positivo.
Anche quest’anno il favore degli italiani verso il solare conferma il trend positivo degli ultimi quattro anni (ben oltre l’80%) con una percentuale di gradimento, registrata nel mese di novembre 2015, pari all’87%. La stessa percentuale sostiene che l’Italia, in futuro, dovrebbe investire proprio su questo tipo di energia perché (per il 90%) compatibile con l’ambiente. Il 68% degli intervistati vorrebbe farne uso.
L’88% la considera sicura ma il 62% ancora burocraticamente difficile e il 46% dispendiosa. Rispetto ad altre fonti rinnovabili, il 64% valuta positivamente quella eolica. Scende drasticamente, rispetto agli anni precedenti, il consenso verso le fossili come il nucleare, il carbone e il petrolio (al di sotto del 2%) e il gas metano (4%). Il 79% del campione si dichiara ottimista, seppure in molti lo considerano difficile, nel raggiungere, entro il 2050, l’obiettivo del 100% di energia rinnovabile. L’83% è favorevole alla carbon tax sulle attività che producono emissioni di CO2. Gli italiani (l’89%) non hanno dubbi sugli incentivi che vorrebbero ripristinare. Con l’autoconsumo e una burocrazia più semplice, priva di ostacoli, il 56% sarebbe pronto a installare pannelli fotovoltaici.
Così Alfonso Pecoraro Scanio, Presidente della Fondazione UniVerde, commenta i risultati della ricerca: «L’energia solare è sempre più sostenuta dai cittadini ma ostacolata da leggi e burocrazie. Servono norme chiare e durature anche per lo stoccaggio di energia da fonti rinnovabili diffuse e per il riciclo degli impianti a fine vita».
Il target più informato su sistemi di accumulo, batterie che consentono di conservare l’energia prodotta per utilizzare al meglio le rinnovabili che sono discontinue, è costituito degli over 54 e dai residenti nel Nord e Centro Italia. L’87% considera necessario attivare per gli storage un sistema di bonus. Il 39% sarebbe sempre disposto a investire su un sistema combinato di moduli fotovoltaici e batterie, per utilizzare energia anche in assenza di sole, e un ulteriore 42% lo farebbe solo se non costasse troppo.
Il 75% degli intervistati dimostra di essere poco informato sul riciclo dei pannelli fotovoltaici. Il 51% se dovesse installare un impianto acquisterebbe i moduli da produttori che ne garantiscano il ritiro gratuito e il corretto smaltimento. Questa percentuale arriva all’89% a fronte di costi contenuti. «L’obiettivo di Cobat – spiega Giancarlo Morandi, presidente del Consorzio – è un’applicazione sempre più ampia dell’economia circolare, attraverso una visione olistica che possa coinvolgere i protagonisti della filiera per qualsiasi tipologia di prodotto. Con il riciclo ci sono due vantaggi fondamentali: si ottengono nuove materie prime da reimmettere nel processo produttivo e si risparmia energia. Un aspetto che va di pari passo con l’attenzione di Cobat alle energie rinnovabili: il Consorzio infatti è in grado di riciclare i moduli fotovoltaici e i sistemi di batterie a loro collegati, assicurando una garanzia totale su ogni singolo modulo tramite un sofisticato sistema di tracciabilità e un meccanismo finanziario che permette il ritiro gratuito del prodotto a fine vita, anche dopo 20 o 30 anni».
In vista della Cop21, è stato chiesto agli italiani la loro percezione sui cambiamenti climatici. Il 92% risponde che negli ultimi anni ha notato che il clima sia cambiato e ben il 69% sostiene che sia un’effettiva emergenza da affrontare. Sulla prossima Conferenza che si terrà a Parigi, il 62% è diffidente sul risultato che si raggiungerà. «Gli italiani – conclude Pecoraro Scanio – sono scettici sulla COP21. La maggioranza ha piena coscienza che i cambiamenti climatici rappresentano una grande emergenza. Il 51% ritiene che i governi siano ipocriti e ha poca fiducia nella possibilità che vengano prese decisioni concrete e vincolanti. Ecco perché occorre un’azione più convinta per realizzare le Smart Cities e per far conoscere quell’economia circolare che da sempre più lavoro e le best practice che già anticipano un futuro sostenibile».