Una bozza di legge approvata alla Camera per rilanciare la filiera della canapa in Italia.
È avvenuto negli scorsi giorni in commissione Agricoltura e il testo dovrà ora passare anche al vaglio del Senato prima di essere definitivamente approvato.
Se pure in Senato tutto dovesse andare per il verso giusto, entro natale potrebbe vedere la luce una legge tesa a favorire lo sviluppo dell’utilizzo della canapa.
Una proposta di legge presentata dal Movimento 5 Stelle, nello specifico dai deputati membri della commissione Agricoltura, e che apporterebbe novità di rilievo per il settore. Gli aspetti principali di questa bozza di legge riguarderebbero soprattutto lo stanziamento della cifra di 1,5 milioni di euro per nuovi impianti di trasformazione dato che, ad oggi, in Italia ne esistono solo due: a Carmagnola in provincia di Torino e a Taranto.
Ciò consentirebbe gli agricoltori di canapa di poter gestire in piena autonomia l’intera filiera, dalla coltivazione di semi di canapa di genere femminizzato o di altro genere, alla trasformazione stessa.
L’altro aspetto importante della bozza di legge è l’aumento del Thc, il principio attivo contenuto nella canapa, dallo 0,2% allo 0,6%. Il Thc è il tetraidrocannabinolo, un principio attivo che porta effetti psicotropi. Tuttavia il Thc ha un’azione positiva sulla pianta della canapa dato che serve per preservarla dagli attacchi esterni contribuendo a renderla più resistente.
La questione relativa alla concentrazione di Thc ha da sempre creato problematiche in materia di coltivazione della canapa; la concentrazione del tetraidrocannabinolo può infatti aumentare o diminuire in base alle condizioni climatiche. E questo nel tempo ha fatto si che, spesso e volentieri, i coltivatori di canapa nel sud Italia abbiano visto il loro raccolto sequestrato poichè, per le condizioni climatiche più favorevoli, il livello di Thc risultava essere sopra alla media consentita.
Una bozza di legge che nasce dalla presa di coscienza dell’importanza dell’utilizzo della canapa in vari settori: tessile, agroalimentare, edile. Sono molti i campi strategici per l’economia italiana che ruotano intorno all’utilizzo della canapa.
Un provvedimento “al servizio dell’agricoltura e di una delle filiere produttive strategiche per lo sviluppo di numerose aree del nostro Paese.” Così hanno commentato gli esponenti del Movimento 5 Stelle promotori dell’iniziativa.
Tra l’altro l’utilizzo della canapa è fortemente radicato nella tradizione agro-industriale italiana al punto che in passato si era parlato più volte di una sua riqualificazione: ad inizio degli anni ’40 il nostro paese era il secondo produttore mondiale dietro alla Russia in termini quantitativi oltre che al primo posto per la qualità della canapa prodotta.
A partire da quel periodo, la canapicoltura è andata via via scomparendo anche a causa delle leggi restrittive italiane in materia di stupefacenti. Basti pensare che in Italia solo dal 1998 è stato possibile riprendere la coltivazione di canapa industriale grazie al contributo UE.
Adesso il nostro paese si trova a dover recuperare la distanza da paesi che negli anni sono passati avanti. E il provvedimento che passerà ora al vaglio del Senato è un primo punto di partenza.