Ambiente Quotidiano ha raggiunto a Parigi, mentre seguiva i lavori della Cop21, l’ex ministro dell’Ambiente Alfonso Pecoraro Scanio, che stamane ha incontrato la direttrice mondiale dell’UNESCO Irina Bokova sui temi della protezione dei parchi naturali, del patrimonio immateriale e dell’acqua bene comune (proprio l’attuale presidente della fondazione Univerde portò in Italia la sede UNESCO per l’acqua, il WWAP a Perugia).
Onorevole cosa si aspetta dalla Cop21?
Temo che la montagna partorisca il classico topolino. Gli scienziati hanno lanciato l’allarme del rischio estinzione per la specie umana entro questo secolo se non blocchiamo le emissioni. I leader mondiali hanno preso impegni a parole ma vedo che non vogliono un accordo vincolante e mancano risorse economiche adeguate.
Chi sta bloccando l’accordo?
In modo palese quattro Paesi, India, Cina, Brasile e Sudafrica, cui ieri Avaaz ha lanciato una nuova petizione per non far fallire il negoziato. Ma in realtà anche il Congresso Usa a maggioranza repubblicana frena e ancora Arabia Saudita, storico produttore di petrolio e il Canada, neoproduttore sono per esempio tra gli ostacoli.
Ma intanto 100 paesi tra i meno inquinanti hanno lanciato un appello.
E hanno ragione perché i paesi di vecchia e nuova industrializzazione sono oggi i maggiori inquinatori e hanno il dovere di ridurre drasticamente l’uso di fonti fossili ma anche di investire sul trasferimento di tecnologie non inquinanti e di finanziare uno sviluppo sostenibile di una terza rivoluzione industriale. É questa la risposta alla domanda di giustizia climatica proveniente dai paesi più fragili che sono i meno inquinanti ma anche le prime vittime del cambiamento climatico. Serve un accordo vincolante e ambizioso e perciò ho anche aderito alla petizione di Avaaz per rimuovere gli ostacoli da parte di alcuni paesi.
E l’Italia cui sono stati riconosciuti dei meriti per l’aumento della produzione di energia da fonti rinnovabili.
Infatti come ho detto in altre interviste e hanno fatto osservare molti ambientalisti il governo Renzi ha fatto scelte fossili (trivellazioni e inceneritori per esempio) ma si vanta dei risultati del mio conto energia del 2007 o dell’ecobonus inventato dal nostro governo. I risultati positivi per le rinnovabili e l’ambiente si devono alle finanziarie del periodo 2006/2008 poi il disastro: tagli alle rinnovabili e prima il tentativo folle del nucleare e ora le trivellazioni. L’Italia può e deve darsi l’obiettivo del 100% rinnovabili nel 2030 ed anche l’Europa può arrivarci.
Così possiamo davvero trasferire tecnologie Green al resto del mondo e garantire innanzitutto all’Africa uno sviluppo vero senza fossili.