L’emergenza smog nelle maggiori città italiane prosegue, mitigata dall’ondata di maltempo che sta purificando in parte l’aria che respiriamo.
AmbienteQuotidiano ha intervistato l’ex ministro dell’Ambiente, Alfonso Pecoraro Scanio, sulle misure da porre in atto per ridurre l’inquinamento da polveri sottili nelle città.
Onorevole dopo giorni di emergenza finalmente governo regione e comuni hanno deciso delle misure ma facoltative.
Francamente mi sembrano risposte deboli e tardive. Serve una visione di un’Italia a zero emissioni e riprendere la strada che tracciamo nel 2007 con ecobonus, conto energia, strategia europea 20/20/20. Allora finanziai anche il Car Sharig in 15 città e le bici. Inserii perfino la rottamazione di auto e moto senza acquisto di nuovi mezzi a motore e per prendere bici. Mi presero per utopista e visionario. Infatti i governi successivi ha puntato prima sul nucleare (poi bocciato da un nuovo referendum nel 2011) e ora sulle trivellazioni ( solo rallentate per timore di un referendum ) e ovviamente la stampa tradizionale tace su questo
Si parla anche di stanziamenti dal fondo per Kyoto. Ma è sempre il fondo che istituì Lei, con gli stessi soldi che stanziò?
Nella finanziaria 2007 riuscii a ottenere 600 milioni di Euro e creai il fondo per Kyoto presso la cassa depositi e prestiti. Ma poi per anni non hanno dato seguito a quella scelta e anzi quegli stessi soldi sono stati richiamati in numerose conferenze stampa come “nuovi stanziamenti” per l’ambiente. Spero che stavolta si tratti di risorse nuove ma nel frattempo sono passati anni e servirebbero strategie più coraggiose.
Cosa suggerisce?
Innanzitutto di non occultare le verità sui gravi problemi di salute connessi allo smog e di non affrontare il tema della Qualità dell’aria solo quando si soffoca. Bisogna puntare su auto e mezzi pubblici a trazione elettrica e a idrogeno. Il tutto prodotto da fonti rinnovabili. L’Enea ha fatto uno studio in cui certifica che l’Italia può divenire a emissioni zero e 100% rinnovabili entro il 2050. Io credo, come Greenpeace e tanti esperti e scienziati che l’Italia possa arrivare a questo obiettivo nel 2030 creando così anche tantissimi nuovi posti di lavoro e assumersi una leadership tecnologica nel settore del solare, dell’idrogeno e delle Smart grids.
Quali sono gli ostacoli?
Servono politici indipendenti dalle lobby petrolifere e affaristiche , imprenditori veri e non prenditori di sussidi e scienziati indipendenti. Queste persone esistono ma oggi sono in minoranza o intimoriti dalle aggressioni che per esempio ho subito io per aver osato fare davvero il ministro dell’Ambiente.
Io dico che devono avere più coraggio e dobbiamo creare una rete civica di sostegno a chi si oppone alle lobby nere e aiutare imprese e professionisti, i Blogger e giornalisti indipendenti, le associazioni e comunità territoriali che stanno già costruendo l’economia della terza rivoluzione industriale.