La Cina, con la sua smania per la pesca di “cocaina acquatica”, sta portando all’estinzione due specie marine messicane: il totoaba e la vaquita (detta anche focena del Golfo della California). Pescato illegalmente per la sua vescica natatoria richiesta come alimento prelibato e come potente rimedio naturale, il totoaba viene venduto illegalmente a prezzi altissimi che partano dai 2.500 dollari l’etto. Tutto ciò sta compromettendo seriamente anche l’esistenza della focena, altra specie marina che rimane impigliata nelle reti illegali dei cinesi usate per pescare il totoaba.
L’allarme arriva da un rapporto della Environmental Investigation Agency (Eia) rilasciato in occasione della Convenzione internazionale sulle specie in via di estinzione (CITES) riunita a Ginevra fino al 15 gennaio.
Venduta soprattutto a Hong Kong, nella Cina meridionale e via web, la vescica essiccata del totoaba viene utilizzata come rimedio naturale per la salute (anche se la scienza non ne ha mai confermato i benefici) oppure come oggetto da collezione o come dono.
Ormai sono davvero pochi gli esemplari di totoaba e vaquita. Gli ambientalisti e animalisti sperano che la pesca di “cocaina acquatica” – così nominata dal The Guardian per i costi elevatissimi della vescica natatoria – possa essere fermata. Della vachita, uno dei cetacei più piccoli al mondo che potrebbe estinguersi dall’oggi al domani, sono rimasti meno di cento esemplari, spiega Clare Perry, team leader della campagna per gli oceani della Eia. L’estinzione potrebbe arrivare entro il 2018. Entrambe le specie sono protette da leggi nazionali e internazionali: la pesca del totoaba è illegale dal 1975.
Nonostante tutto, la vescica natatoria del totoaba continua a vendersi in diversi negozi della Cina. Sono dunque in atto dei provvedimenti seri per bloccare la vendita illegale e l’estinzione a rischio.