Grandi novità per l’Italia riguardo la circolazione e diffusione delle auto elettriche.
Sulla Gazzetta Ufficiale dell’11 Gennaio 2016 è stato pubblicato il decreto che tratta la trasformazione dei veicoli a motore termico in veicoli elettrici, il cosiddetto “retrofit”.
Il decreto finora aveva incontrato delle difficoltà, che toccavano in particolare i costi di conversione, ancora troppo alti rispetto alle aspettative del mercato. Con l’appoggio e il contributo di Confartigianato Vicenza e Marca Trevigiana adesso ci sono le possibilità per effettuare la trasformazione dei veicoli utilizzando un kit composto da un motore elettrico con convertitore di potenza, un pacco batterie e un interfaccia con la rete per la ricarica delle batterie stesse. Una procedura molto simile a quella del montaggio di un impianto a GPL o metano: il produttore del kit sottopone il veicolo all’omologazione e fornisce le prescrizioni per il montaggio, eseguito poi dall’autoriparatore che una volta conclusa l’installazione si occuperà dell’aggiornamento della carta di circolazione.
In questo senso l’Italia si pone avanti rispetto agli altri Paesi della Comunità Europea. Il decreto rappresenta infatti un strumento decisivo per la concreta divulgazione e affermazione della mobilità sostenibile.
«L’auto elettrica – commenta Luigino Bari, componente della Giunta di Confartigianato Vicenza – da un certo punto di vista ripercorre la storia dei primi computer: ingombranti, costosi, ma interessanti per le opportunità che lasciavano intravedere. Certo, oggi l’auto elettrica non sta godendo dello stesso slancio sebbene la tecnologia sia molto avanzata ma purtroppo ancora poco diffusa, però siamo in una fase di evoluzione continua e ciò soprattutto grazie alla volontà del sistema Confartigianato, che da più di due anni si è attivato nei confronti del Ministero dei Trasporti per trovare soluzione agli aspetti burocratici e normativi che rendevano difficile, e molto costoso, omologare nel nostro Paese un’auto riconvertita a elettrica. Le nostre Associazioni – prosegue Bari – sono senz’altro interessate agli aspetti sociali ed ecologici della questione, ma considerano con attenzione anche tutte le opportunità che questo mercato può rivestire per le piccole imprese del settore. L’obiettivo è intervenire sul parco-auto delle ‘city car’ già esistente: dal punto di vista sociale e lavorativo, l’attività di trasformazione dei veicoli a benzina in elettrici è la soluzione che può recuperare gran parte di quei mezzi, altrimenti dismessi. Il ‘retrofit’ ha un impatto energetico ottimale ed economico, inserendosi appieno in un sistema di recupero virtuoso».
«Dal punto di vista ambientale – aggiunge Roberto Cazzaro, presidente provinciale dei Carrozzieri di Confartigianato Vicenza – con il “retrofit” si può promuovere e diffondere più rapidamente la mobilità sostenibile. La riduzione dei processi di combustione comporterebbe minori emissioni inquinanti. L’auto trasformata può quindi modificare la situazione e aprire nuovi scenari, consentendo a molte persone di accedere al mercato dell’elettrico e di ridare una seconda vita ad auto che hanno qualche anno sul telaio».