Secondo il nuovo report “Solar PV Jobs & Value Added in Europe” commissionato a Ernst & Young, dall’associazione del FV europeo SolarPower Europe, si passerà dai 385 MW installati nel 2014 agli oltre 1,6 GW all’anno nel 2020.
Lo studio fa un’analisi che ripercorre il declino del fotovoltaico italiano degli ultimi anni: i dati peggiori riguardano il 2014, anno in cui si è registrato un valore aggiunto di 541 milioni di euro, contro gli 816 milioni di euro del 2008 e un totale di 14.304 occupati contro gli 18.052 stimati all’epoca.
Anche il 2015 non è stato un anno d’oro, considerando il freno dei tagli alle incentivazioni.
Secondo il report, infatti, la ripresa è alle porte: si stima che nel 2020 il valore aggiunto sarà di 1.060 milioni di euro, gli occupati 26.903 e la nuova capacità annuale installata 1.650 MW, con un totale di potenza installata che salirà a quota 25.613 MW.
Ma le buone notizie non riguardano solo l’Italia. In tutta Europa la nuova potenza annua passerà dai 6.575 MW registrati nel 2014 a quota 10.725 MW. Il valore aggiunto aumenterà da 5.662 milioni di euro a 6.671 milioni di euro e il numero di occupati nella filiera fotovoltaica europea salirà dalle 109.650 unità del 2014 a 136.096.
A bloccare la crescita sono anche i dazi sull’importazione dei prodotti cinesi: l’eliminazione delle misure anti-dumping permetterebbe un’ulteriore riduzione dei prezzi degli impianti (che hanno già subito un calo del 70% dal 2008 al 2014), portando a una maggiore sviluppo del settore e dell’indotto.
Il boom toccherà anche i livelli occupazionali.
I lavoratori impiegati nel settore del fotovoltaico potrebbero superare i 190mila nel 2020, creando 54mila posti di lavoro in più rispetto alle stime effettuate con le attuali misure protezionistiche.