Dopo l’approvazione della Camera lo scorso 10 febbraio il provvedimento di “Conversione in legge, con modificazioni, del decreto legge 30 dicembre 2015, n. 210, recante proroga di termini previsti da disposizioni legislative”, è giunto in Senato per la lettura finale.
Tra le novità in arrivo nel mondo dell’energia – con la conversione in legge del decreto Milleproroghe -, una arrecherà danni alle imprese che investono o hanno investito nel fotovoltaico per risparmiare energia elettrica con l’autoconsumo e l’efficienza energetica.
Alla lettera b, comma 2 dell’articolo 3 del testo all’esame del Senato, si dà mandato all’Autorità per l’Energia “ad adeguare, con decorrenza dal 1° gennaio 2016, in tutto il territorio nazionale, la struttura delle componenti tariffarie relative agli oneri generali di sistema elettrico applicate ai clienti dei servizi elettrici per usi diversi da quelli domestici ai criteri che governano la tariffa di rete per i servizi di trasmissione, distribuzione e misura in vigore alla medesima data, tenendo comunque conto dei diversi livelli di tensione e dei parametri di connessione, oltre che della diversa natura e delle peculiarità degli oneri rispetto alla tariffa”.
Tradotto: l’Autorità dovrà far sì che gli utenti non domestici paghino gli oneri di sistema in bolletta nello stesso modo in cui pagano i costi di rete, ossia in parte sulle componenti fisse e in parte su quella variabile.
La conversione della legge arrivata a Palazzo Madama ha fatto scattare subito alcuni senatori del M5S:
«Una nuova tegola contro le numerose imprese che hanno investito nella produzione e nell’autoconsumo di energia in gran parte da fonte rinnovabile. Con questo provvedimento si favoriranno i produttori e i distributori di energia elettrica da fonti fossili e, conseguentemente, le emissioni in atmosfera causa principale dello smog, degli effetti del cambiamento climatico e dei pericoli verso la salute dei cittadini», denuncia il senatore pentastellato Gianni Girotto.
I senatori del Movimento 5 stelle hanno sollevato in I° commissione “Affari Costituzionali” gli aspetti che inquadrano la norma, sottolineando tra l’altro la completa estraneità al concetto base dello stesso Milleproroghe, non essendo riferito ad alcun termine da prorogare. Inoltre, aggiunge Girotto, manca completamente dei requisiti di necessità e urgenza richiesti dall’articolo 76 della Costituzione.
Secondo Italia Solare, che scrive sulla questione anche al Presidente della Repubblica Mattarella, in sede di conversione il governo non ha stralciato tale norma come avrebbe dovuto doverosamente fare, ma addirittura ne ha esteso la portata alle tariffe elettriche su tutti i livelli di tensione anche in mancanza di un qualsiasi effettivo contraddittorio parlamentare. Con questa norma – commentano dall’associazione – si sgancia il costo dell’elettricità rispetto al consumo di elettricità e si mina gravemente la convenienza di interventi di efficienza energetica e di autoproduzione, che andrebbero invece incentivati.
«Includere in un decreto legge sul quale verrà chiesta la fiducia, scelte chiave di politica energetica per le quali non vi è alcuna necessità e urgenza è una grave violazione delle prerogative del Parlamento e un assalto alla Costituzione, oltre che, nel merito, l’ennesima dimostrazione che il Governo Renzi si preoccupa solo ed esclusivamente degli interessi delle lobby dell’energia da fonte fossile continuando a penalizzare rinnovabili, fotovoltaico in primis, ed efficienza energetica», ha detto Paolo Rocco Viscontini, presidente di Italia Solare.