È legale cucinare il piccione?
Secondo lo chef Carlo Cracco e il format televisivo MasterChef, sì. Secondo gli animalisti, no. La “querelle” è scoppiata a seguito di una puntata della trasmissione in onda la serata del 14 gennaio scorso, circostanza in cui è nata la diatriba per le due posizioni contrastanti.
Una polemica che ha fatto scattare la denuncia penale da parte dell’Aidaa – Associazione Italiana Difesa Animali & Ambiente -, la stessa che querelò Vittorio Sgarbi per aver utilizzato “capra” come insulto, offendendo le capre.
Tutto ha avuto inizio quando lo chef Carlo Cracco – tra i quattro giudici del seguitissimo programma – ha cucinato durante la diretta di MasterChef 5 un piatto a base di carne di piccione. Il volatile, che compare in diverse ricette provenienti da più regioni d’Italia, è un ingrediente molto apprezzato e usato dagli chef stellati. Il cuoco si è macchiato, secondo la denuncia del presidente Aidaa, di «istigazione a delinquere avendo, attraverso la diffusione del filmato, istigato altri cittadini a compiere tali crimini in violazione delle normative europee e nazionali a tutela della fauna selvatica».
«Nessuno discute che Cracco sia un grande chef – ha detto il presidente di Aidaa Lorenzo Croce – ma il fatto che vada in tv a presentare un piatto a base di carne di piccione, animale protetto dalla legge nazionale ed europea, rappresenta un reato penalmente rilevante che non potevamo far finta di non vedere. Per questo motivo ho firmato e inviato la denuncia alla procura di Milano per violazione della legge nazione di tutela della fauna selvatica e della direttiva europea 147/2009».
In realtà il piccione cucinato dallo chef stellato non è protetto da alcuna normativa europea, trattandosi di un piccione di allevamento e non di un volatile selvatico (quest’ultimo, invece, effettivamente tutelato dalla legge). In difesa di Cracco si è subito pronunciato Roberto Ciambetti, presidente del Consiglio regionale del Veneto, regione in cui tradizionalmente i piccioni vengono allevati per la loro carne: «La norma – ha precisato – impedisce l’abbattimento del piccione selvatico», ma se Cracco ha cucinato «come penso, un piccione di allevamento non vedo perché denunciarlo».
Insomma lo chef non ha infranto nessuna norma: il piccione utilizzato nella sua ricetta non era un piccione selvatico, ossia quello che troviamo camminando per strada o nei boschi, ma un piccione di allevamento, che ha lo stesso trattamento del pollame o delle carni acquistabili nei supermercati e nelle macellerie.