«Il governo riferisca sui rischi per la salute legati alla possibile contaminazione delle cozze raccolte da 19 piattaforme petrolifere dell’Eni nel mar Adriatico, all’altezza della Regione Emilia Romagna, visto che dalla ricerca condotta dall’Ispra su alcuni campioni, su committenza della stessa Eni, sono stati rinvenuti metalli pesanti (mercurio, cadmio, piombo e arsenico), benzene e altri idrocarburi policiclici aromatici». È questo, in sintesi, il contenuto dell’interrogazione parlamentare presentata dai deputati del M5S della Commissione Agricoltura ai ministeri dell’Ambiente e della Salute.
«Da più di vent’anni le cozze presenti sulle piattaforme vengono regolarmente raccolte da alcune cooperative romagnole di pescatori e successivamente commercializzate – spiega la portavoce 5 stelle Silvia Benedetti, prima firmataria dell’interrogazione – Questi mitili coprirebbero il 5% della produzione annuale della Regione Emilia Romagna, tant’è vero che solo nel 2014 sarebbero stati immessi sul mercato italiano 7 mila quintali di cozze ‘da piattaforma’. All’allarmante quadro ambientale, descritto nel rapporto ‘Trivelle fuorilegge’ di Greenpeace, si aggiunge anche un ulteriore elemento di preoccupazione. Come evidenziato dall’Ong ambientalista, infatti, molte delle sostanze rinvenute dall’Ispra nelle cozze raccolte presso le piattaforme dell’Eni, come il cadmio e il benzene, sono note per essere cancerogene».
«Un motivo in più per votare Sì al referendum del prossimo 17 aprile e scongiurare così ulteriori trivellazioni petrolifere, contribuendo a tutelare la nostra salute e il nostro mare dando un segnale forte al Governo in favore di una politica energetica ‘taglia emissioni’ a basso impatto ambientale», hanno concluso i parlamentari 5 stelle.