L’intelligenza artificiale vince un’altra sfida contro l’uomo.
AlphaGo, il programma della Google DeepMind, ha battuto 4-1 a Go uno dei cinque campioni mondiali, Lee Se-dol. Il Go è uno dei più antichi giochi da tavolo al mondo, perfetto per misurare l’intelligenza umana e del software.
Nel primo incontro tenutosi a Seoul il 9 marzo AlphaGo ha subito prevalso sull’avversario – aggiudicandosi successivamente altre due partite -, mentre il campione è riuscito a vincere soltanto un match. «Non mi aspettavo di perdere – ha detto Se-dol dopo la sconfitta – non pensavo che AlphaGo giocasse in modo così perfetto». A incidere sulla vittoria, secondo il campione, sicuramente la mancanza di emozioni da parte dell’intelligenza artificiale.
Non è la prima volta che il programma di Google ha la meglio sull’uomo: il sistema di intelligenza artificiale nel 2015 ha sconfitto 5-0 anche il campione europeo di Go, Fan Hui. L’antico gioco da tavolo cinese è molto simile agli scacchi ma è costituito da un numero più grande di mosse possibili, dunque il concorrente deve avere dalla sua una buona capacità intuitiva. Non a caso AlphaGo è stato progettato per imitare la capacità intuitiva caratteristica dell’uomo, prendendo a modello le reti neurali del cervello umano.
Un grande traguardo per l’intelligenza artificiale, considerando che per anni gli scienziati hanno sostenuto che il Go fosse un gioco troppo complesso per un software. In effetti, in questo gioco l’intelligenza artificiale non deve solo sfruttare le abilità logiche per calcolare le possibili mosse e valutarle, ma anche adottare gli schemi comportamentali dell’uomo, in particolare quelli che rientrano nella sfera dell’intuizione.