Per la salvaguardia dell’ecosistema fluviale del Gange, il governo indiano ha deciso di piantare entro i prossimi cinque anni 40 milioni di alberi sulle sponde del fiume orientale che attraversa le pianure del Nord dell’India e il Bangladesh. A rivelarlo l’agenzia di stampa, in occasione della presentazione della relazione tecnica del progetto Dpr, inaugurato dal ministro delle Risorse Idriche Uma Bharati.
Secondo il ministro, piantare sulle rive dei fiumi le specie di alberi che sono tipiche dell’Himalaya, dove ci sono le sorgenti, è un passo obbligato per salvare la vegetazione. «Le acque del Gange – ha spiegato – hanno una proprietà auto purificante speciale chiamata “Brahmadrav” che è dovuta alla presenza di specie arboree himalayane».
La riforestazione è dunque fondamentale per la riabilitazione del fiume inquinato, insieme alla costruzione di depuratori fognari. Il ministro dell’Ambiente Prakash Javadekar, presente alla cerimonia, ha aggiunto che è necessario ripiantare le foreste “come erano 200 anni fa” per fare in modo che le le acque tornino a essere potabili e per arrestare l’erosione del suolo.
La bonifica del Gange, richiesta da milioni di induisti che considerano il fiume sacro, gioca un ruolo fondamentale negli obiettivi di governo del premier Narendra Modi che ha promesso di portarlo a termine entro il 2018. Un progetto di risanamento finanziato anche dalla Banca Mondiale con un contributo di un miliardo di dollari. Anche il Giappone ha promesso di fare la sua parte per il recupero ambientale del fiume lungo 2.500 km, con un investimento che è parte dei 34 miliardi di dollari stanziati per le infrastrutture in India nell’arco dei prossimi cinque anni.