“Anche se le dinamiche non sono ancora chiare, questo incidente ci dimostra non solo che è importante andare a votare ma che occorre portare la questione nelle reti europee, aprendo un tavolo di confronto con i Paesi del Mediterraneo”.
Commenta così, Enzo Di Salvatore del Coordinamento nazionale No Triv, la notizia sulla fuoriuscita di petrolio avvenuta a 120km da Lampedusa, di cui pochi media hanno dato il giusto riscontro.
La marea nera è stata provocata dalla rottura della tubazione di un pozzo di petrolio avvenuta il 13 marzo, come ha confermato la società proprietaria, la Thyna Petroleum Services, ma, almeno all’inizio, le informazioni sono rimaste esclusivamente confinate tra gli organi di informazione tunisina.
Un incidente scomodo, spiegano i No Triv, che in vista del referendum del 17 aprile sta passando in sordina, e su cui è necessario che il Governo intervenga per fare chiarezza sulle cause, i danni e le responsabilità.
Episodi come questo, ribadisce il Coordinamento nazionale NoTriv, sono l’ennesima conferma dell’impatto che le attività di ricerca e di estrazioni di idrocarburi hanno sui nostri mari. E’ fondamentale capire che non esistonoprogetti petroliferi immuni dal rischio di incidenti rilevanti, ma nonostante ciò, c’è ancora chi si ostina a boicottare il Referendum, che incita i cittadini a votare No per salvare fantomatici posti di lavoro.
Tutti siamo chiamati a difendere il nostro mare. Hashtag #Notriv