Secondo uno studio pubblicato su Nature, il futuro innalzamento del mare potrebbe essere il doppio rispetto a quello stimato dall’Ipcc – “Intergovernmental Panel on Climate Change” -, il Gruppo intergovernativo Onu sul cambiamento climatico. L’allarme è stato lanciato dai ricercatori delle università del Massachusetts e della Pennsylvania: lo scioglimento dell’Antartide potrebbe far salire di oltre un metro il livello degli oceani entro il 2100, e di oltre 15 metri nel 2500.
Se non si ridurranno le emissioni di gas serra, l’innalzamento metterà in serio pericolo molte città del mondo, soprattutto quelle molto basse che si trovano sulla costa, per non parlare delle isole. «Un disastro per molte città basse. Boston, ad esempio, potrebbe trovarsi con oltre un metro e mezzo di crescita del livello del mare nel giro di 100 anni», spiegano gli scienziati. «Ma la buona notizia è che una riduzione aggressiva delle emissioni limiterà il rischio di un grave ritiro della calotta antartica».
Nella peggiore delle ipotesi, il riscaldamento dell’aria e delle acque sarà la prima causa dello scioglimento dei ghiacci. I ricercatori sono arrivati a queste conclusioni grazie a un esperimento: hanno ricostruito l’innalzamento del livello del mare in alcune epoche calde della storia della Terra, tra cui il precedente periodo interglaciale (125mila anni fa) e il Pliocene (3 milioni di anni fa), quando gli oceani erano tra i 10 e i 20 metri più elevati di oggi. «La memoria termica dell’oceano inibirà il recupero della calotta di ghiaccio per migliaia di anni dopo che le emissioni saranno tagliate. In periodi in cui le temperature erano solo lievemente superiori alle attuali, il livello del mare era molto più alto. Lo scioglimento della piccola calotta della Groenlandia – concludono gli esperti – può spiegare solo una parte di questo innalzamento, che in prevalenza deve essere stato causato dallo scioglimento dell’Antartide».