Con l’accordo sul clima siglato a Parigi in occasione della Cop21 e firmato da più di 170 Paesi la settimana scorsa a New York, l’Italia, insieme agli altri Paesi, si è impegnata a mantenere la temperatura al di sotto dei 2 gradi.
L’obiettivo è quello di non superare il limite di 1,5 gradi.
Per quanto riguarda il nostro Paese, secondo l’analisi contenuta nella ricerca “La svolta dopo l’accordo di Parigi. Italy Climate Report 2016”, realizzata dalla Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile e presentata a Roma dal presidente della Fondazione Edo Ronchi, in Italia «nell’ultimo triennio le rinnovabili sono passate dal 16,7% nel 2013 al 17,3% del 2015, con una crescita modestissima dello 0,2% all’anno»; inoltre «è diminuita la quota di elettricità da rinnovabili passando dal 43% al 38%, tra il 2014 e il 2015».
Un altro dato che impone all’Italia di raddoppiare gli sforzi riguarda le emissioni di gas serra: nel 2015 la quantità di CO2 nell’atmosfera è aumentata del 2,5%. L’incremento delle emissioni «interrompe una serie positiva di riduzioni» ed è «dovuto alla crescita del Pil, al calo del prezzo del petrolio e del gas, all’aumento dei consumi energetici, a un rallentamento delle politiche di efficienza energetica, a un’estate molto calda e all’interruzione della crescita delle fonti rinnovabili».
«L’attuazione dell’Accordo di Parigi – ha dichiarato Edo Ronchi, presidente della Fondazione – obbliga ad una svolta delle politiche climatiche, a tutti i livelli, compreso anche quello nazionale.
Passando all’attuazione cresce la consapevolezza del maggiore impegno richiesto dal nuovo obiettivo dell’Accordo, per stare ben al di sotto dei 2 °C , facendo sforzi verso 1,5 °C. Prima si parte, prendendo atto realmente del nuovo obiettivo, prima si possono cogliere le opportunità di nuovi investimenti, di nuova occupazione, di sviluppo di una green economy richiesti e promossi dalle più incisive misure climatiche dell’accordo di Parigi».
Per rispettare l’Accordo, l’Italia dovrebbe ridurre le emissioni del 50% entro il 2020:
«Ciò richiederebbe un forte impegno nel risparmio e nell’efficienza energetica con una riduzione dei consumi attesi di circa il 40% e un raddoppio della quota di fonti rinnovabili, dal 17,3% a circa il 35% del consumo energetico finale al 2030 e nel solo comparto elettrico, le rinnovabili dovrebbero soddisfare almeno 2/3 della domanda di elettricità».
Secondo il report, per raggiungere il target dell’accordo, sarebbe necessario «avviare una riforma della fiscalità in chiave ecologica, introducendo una carbon tax» e «sostenere l’innovazione e la ricerca orientate alla green economy».