“Come Marevivo siamo favorevoli a qualsiasi tipo di norma che abbia come obiettivo la riduzione dei rifiuti.
L’Italia sta facendo piccoli passi avanti e presto ci auguriamo di sostituire il più possibile la plastica monouso e tutti gli imballaggi non riciclabili che paghiamo in modo occulto e rappresentano una minaccia per l’ambiente. È quanto è stato proposto anche dalla Commissione europea che il 16 gennaio durante la prima sessione plenaria a Strasburgo presenterà una serie di misure contro gli imballaggi e i prodotti monouso inquinanti.
Le polemiche di questi giorni dimostrano che il nostro Paese è poco sensibile al problema dell’inquinamento. I cittadini non si rendono conto che pagare oggi 2 centesimi per un sacchetto biodegradabile, consentirà in futuro di risparmiare costi inestimabili per i danni ambientali che la plastica sta provocando al nostro Pianeta, in particolare al mare. Inoltre, introdurre una norma che implica un costo per ogni sacchetto ha sicuramente ottimi risultati. In altri Paesi, in particolare in Inghilterra, l’introduzione di una tassa, la “plastic bag charge”, 5p su ogni sacchetto, ha portato a un crollo dell’85% dell’uso dei sacchetti di plastica monouso. Il Regno Unito sta prevendendo di tassare anche i bicchieri monouso del caffè che entro cinque anni saranno banditi. Solo in questo modo potremmo incentivare il riciclo e sensibilizzare i cittadini”.
«Il problema non è il sacchetto biodegradabile – spiega Rosalba Giugni, Presidente di Marevivo – ma tutti gli imballaggi che continuano ad inquinare ed andrebbero ridotti e correttamente riciclati. Alluminio, acciaio, pellicola non sono materiali sostenibili e l’attività di riciclo non è ancora sufficiente per cui c’è un alto rischio che finiscano in mare. Dovremmo puntare ad eliminare anche i guanti “usa e getta” non biodegradabili che si usano nei reparti di frutta e verdura perché hanno un forte impatto ambientale. Come Marevivo proponiamo di usare le proprie borse in tela, le retine e i sacchetti di carta riciclata. Il nostro Governo deve puntare alle “tre R” riduci, riusa, ricicla. La polemica sui sacchetti di questi giorni ci sembra sterile e non tiene conto del gigantesco problema dell’inquinamento da affrontare».
Circa 10 milioni di tonnellate di plastica arrivano ogni anno negli oceani del mondo, una seria minaccia per l’ambiente marino. Gli esperti stimano che la plastica sia ogni anno la causa di morte per oltre un milione di uccelli marini e per 100.000 mammiferi marini e tartarughe.
«Una gestione virtuosa – continua Rosalba Giugni – sarebbe auspicabile ovunque come quella degli ecocompattatori che raccolgono lattine e bottiglie e rilasciano un piccolo incentivo agli utenti che con il loro gesto aiutano a riciclare in modo corretto i rifiuti che a fine vita rappresentano una ricchezza, materiale da riutilizzare. Questa pratica è presente ovunque in Germania dando ottimi risultati sia per i comportamenti virtuosi dei cittadini, sia per il recupero e il riuso di plastica e alluminio».