Incremento del 6,9% delle importazioni di legname dall’estero
Balzano al +6,9% le importazioni di legname dall’estero con quasi 12,5 milioni di tonnellate nel 2018 dopo che le tempeste di vento e pioggia hanno distrutto interi boschi nel nord Italia. E’ quanto emerge da un’analisi di Federforeste su dati Istat in occasione della Giornata mondiale delle Foreste che diventa anche il momento per fare il punto sullo stato di salute dei circa 12 miliardi di alberi che riempiono i boschi da nord a sud della Penisola. Si tratta di un patrimonio poco valorizzato considerato che l’Italia importa dall’estero più dell’80% del legno necessario ad alimentare l’industria del mobile, della carta o del riscaldamento per un importo di circa 4,2 miliardi di euro nel 2018.
Nonostante le foreste coprano ormai 1/3 della superficie nazionale e siano in crescita, l’Italia utilizza solo il 30% dell’incremento annuo dei boschi contro una media europea superiore al 55%. E se l”industria italiana del legno è la prima nella UE, il legname che utilizza – avverte Federforeste – arriva però da altri Paesi come Austria, Francia, Svizzera e Germania tanto che ormai la maggior parte dei mobili venduti in Italia è fatta con assi straniere senza che il consumatore lo sappia. Come avviene con il cibo che mettiamo nel piatto – sottolinea Federforeste – è necessario arrivare a un’etichetta d’origine anche per il legno perché dietro a ogni tavola utilizzata vive un mondo fatto di territori e persone con un’intera filiera composta da agricoltori boscaioli, segherie, trasportatori, industrie e artigiani.
La prima carta d’identità del legno
Per questo – spiega Federforeste – è nata anche la prima carta d’identità del legno che basandosi sugli isotopi di ossigeno, idrogeno e carbonio e sul profilo minerale del legno è in grado di risalire attraverso il legno del mobile fino al bosco dal quale arriva la pianta grazie a una mappatura partita dal Trentino Alto Adige con abeti rossi, larici, faggi, abeti bianchi, castagni e querce e che si punta a estendere a livello nazionale. La verifica dell’origine del legno – evidenzia Federforeste – permette di avere ricadute positive dal punto di vista economico, sociale ed ecologico-ambientale, utilizzando solo legname che arriva da foreste controllate e curate, valorizzando la filiera corta e il prodotto a km zero che – conclude Federforeste – abbatte le emissioni inquinanti perché non deve percorrere lunghe distanze su camion o navi prima di arrivare in Italia.