Stiamo per passare dall’emergenza corona virus all’emergenza rifiuti.
Ci sono alcune regioni che stanno attivando delle procedure di emergenza rifiuti straordinarie inadeguate e pericolose – afferma il Presidente di Eco Eridania, Andrea Giustini, società di Arenzano prima in Europa nella gestione dei rifiuti sanitari.
L’Istituto Superiore di Sanità cita testualmente – i rifiuti urbani provenienti dalle abitazioni dove soggiornano soggetti positivi al tampone in isolamento o in quarantena obbligatoria, dovrebbero essere considerati equivalenti a quelli che si possono generare in una struttura sanitaria – quanto riportato esplicita come questa tipologia di rifiuti siano classificati come rifiuti a rischio infettivo.
Nonostante ciò, alcune regioni stanno declassando i rifiuti da coronavirus, inserendoli in procedure di smaltimento dei rifiuti urbani, un rischio enorme per la salute. I rifiuti che provengono da una struttura sanitaria o identificati come pericolosi, in questo contesto, hanno una filiera di smaltimento da seguire che il Gruppo EcoEridania, come già dichiarato, ed altri operatori stanno gestendo con il massimo sforzo e nella totale professionalità e sicurezza.
Il processo che consente lo smaltimento dei rifiuti pericolosi con codice CER 180103, infatti, non è di difficile attuazione quando esistono società perfettamente in grado di smaltire il rifiuto in piena sicurezza, oltre a consentirne il ritiro, il trasporto e lo stoccaggio grazie ad un processo corretto e ad operatori formati e competenti.
A tal proposito, anche le associazioni di categoria ambientale hanno segnalato che il settore della raccolta e del trattamento dei rifiuti, sia urbani che speciali, presenta oggi più che mai la caratteristica di servizio pubblico essenziale e che è necessario proseguire il regolare svolgimento di tali attività attraverso rapidi interventi al fine di sanare le criticità registrate attualmente dagli operatori, primo fra tutti lo stato di difficoltà in cui opera il personale addetto a fronte di un profilo di rischio sempre maggiore.
Pertanto, le manovre che stanno adottando alcune regioni potrebbero mettere seriamente a rischio la salute pubblica nonché quella degli operatori non specializzati, acclamando un problema di rifiuti che non esiste senza aver aperto un confronto con gli operatori del settore specifico.