Era il 9 marzo quando è stato pubblicato il cosiddetto decreto “Io resto a casa”, che ha introdotto in Italia le severe misure di distanziamento sociale che resteranno in vigore fino almeno al 3 maggio. Fermo restando l’assoluta necessità di limitare con ogni mezzo il contagio da coronavirus, è evidente che le ripercussioni per l’economia reale saranno vaste e pesantissime.
Secondo il World Economic Outlook 2020 pubblicato dal Fondo Monetario Internazionale il 14 aprile, l’Italia nel 2020 andrà incontro a una flessione del Pil pari al 9,1%: la proiezione in assoluto peggiore in tutt’Europa, fatta eccezione per il -10% della Grecia.
In questa difficile congiuntura, resa ancora più complessa dall’incertezza sul futuro, ACEPER (Associazione Consumatori e Produttori Energie Rinnovabili) è sempre rimasta al servizio dei suoi oltre 2mila associati, per un totale di 6.731 impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili:
- Ha attivato e messo a disposizione strumenti gratuiti che consentono di monitorare a distanza l’andamento finanziario e produttivo degli impianti fotovoltaici, evitando così diminuzioni e/o sospensioni nell’incasso degli incentivi statali, circostanza che avrebbe ulteriormente aggravato la situazione economica.
- Ha fornito un’adeguata assistenza telefonica e telematica per i produttori che affrontano problematiche tecniche; un servizio totalmente gratuito che sarà garantito per l’intera durata dell’emergenza sanitaria.
- Ha aderito alla campagna del GSE “Dona un 1 kWh per il Paese” per raccogliere fondi a favore della Protezione Civile, facendosene promotrice tra gli operatori del settore.
Ora l’Associazione – che per scelta non percepisce fondi pubblici – si rivolge direttamente al Presidente del Consiglio Giuseppe Conte con una lettera in cui chiede di prendere in considerazione le istanze degli associati, quasi tutti piccoli o piccolissimi imprenditori (aziende agricole, industrie manifatturiere, alberghi ecc.). La richiesta è quella di sospendere la scadenza del 30 giugno 2020 prevista per la restituzione allo Stato del beneficio fiscale concesso con la legge 388/2000 (la cosiddetta Tremonti Ambiente). A differenza di numerosi adempimenti fiscali e contributivi che sono stati congelati per diversi mesi, infatti, questo termine finora non è stato toccato. Ciò significa che tutte quelle società che detengono impianti e godono del III, IV e V Conto Energia sono obbligate a restituire l’intera somma ricevuta in passato con la Tremonti Ambiente, se vogliono mantenere il diritto alle tariffe incentivanti.
“Non entriamo nel merito della legittimità o meno di questi provvedimenti, che verrà affrontata nelle opportune sedi – si legge nella missiva, firmata dalla Presidente di ACEPER Veronica Pitea – ma evidenziamo come, a causa delle notevoli difficoltà economiche che molti imprenditori del settore stanno già affrontando per l’attuale pandemia, sia oggi assolutamente necessaria la sospensione di tale termine di pagamento”. “Una volta terminata l’emergenza sanitaria che è l’assoluta priorità in questo momento”, prosegue, “è imprescindibile un confronto sulle possibili soluzioni di una problematica che interessa una parte sempre più ampia del tessuto produttivo del nostro Paese. Affinché non si danneggi un settore importante, costituito da aziende che hanno deciso di investire nelle energie rinnovabili e nello sviluppo sostenibile, che mai come in questo momento dovrebbe essere sostenuto e incentivato per le sfide che ci aspettano nel prossimo futuro”.