Più di 1 uomo su 5 (21,9%) responsabile di violenze sulle donne ha assistito da piccolo a maltrattamenti del proprio padre sulla propria madre o è stato picchiato dai genitori.
E’ quanto emerge da una analisi dell’Uecoop – Unione europea delle cooperative, su dati Istat in occasione della Giornata contro la violenza sulle donne con un bilancio impietoso che vede ogni tre giorni l’omicidio di una donna uccisa, 91 da inizio anno.
L’emergenza Covid con il lockdown, le limitazioni agli spostamenti e la crisi economica hanno aumentato le tensioni familiari favorendo le esplosioni di violenza domestica riducendo al tempo stesso – sottolinea Uecoop – le possibilità per le donne vittime di mettere una adeguata distanza fisica e psicologica dalla furia dei propri partner con il rischio di traumi indelebili anche per i figli. Le più fortunate – spiega Uecoop – o vengono aiutate da amici e parenti oppure riescono la trovare rifugio nelle strutture di sostegno a livello nazionale con oltre 100 donne che si rivolgono ogni giorno ai centri anti violenza.
I centri di assistenza forniscono servizi di primo intervento, ascolto e accoglienza coinvolgendo i componenti del network sociale territoriale, dalle forze dell’ordine alle aziende sanitarie fino agli enti locali, ma – evidenzia Uecoop – offrono anche supporto legale e psicologico, orientamento, collaborazione nella ricerca di una nuova abitazione o sistemazioni temporanee per allontanarsi subito dalla situazione di violenza. Una rete di supporto che a livello logistico – spiega Uecoop – ha visto quadruplicare in dieci anni il numero delle case rifugio mentre i centri antiviolenza sono cresciuti fino a 281 con le cooperative sociali di assistenza in prima linea nell’affrontare il fenomeno. Anche se – conclude Uecoop – quasi 1 donna su 4 (22%) non riesce a concludere il percorso di terapeutico e di ripresa e a volte torna addirittura in quell’ambito domestico dove la attende il partner violento.
Fonte: Uecoop