Tra siccità e bollette alle stelle c’è il rischio di dover scegliere se usare l’acqua per irrigare o per produrre energia. Che sia concreto lo ha detto il segretario dell’Autorità distrettuale del Po Meuccio Berselli guardando il grande fiume ‘basso’ come se fosse Ferragosto: “Se perdurasse una condizione iniziale di moderata siccità idrologica, potrebbe generare un ‘conflitto’ futuro tra le logiche di rilascio non sovrapponibili tra produzione idroelettrica e fabbisogno agricolo”. Ma un modo per evitare l’aut aut potrebbe esserci: ad esempio, potenziando la rete dei canali con invasi e pannelli fotovoltaici. Tanto che i consorzi d’acqua lanciano l’appello: servono investimenti, magari con i fondi del Pnrr, per garantire di utilizzare al meglio la risorsa acqua. Un monito partito a margine della presentazione del progetto “Acqua natura campus”, promosso da Canale emiliano-romagnolo e Anbi, l’associazione nazionale dei consorzi d’acqua: un’iniziativa che si svilupperà nell’oasi di Volta Scirocco, un’ansa del fiume Reno a ridosso delle Valli di Comacchio, per salvaguardare contemporaneamente la locale biodiversità e contrastare la progressiva salinizzazione delle acque determinata dalla scarsità di pioggia dell’ultimo decennio, fatto questo che riguarda anche la sopravvivenza dei terreni agricoli.
“In un momento dove i cambiamenti climatici stanno aumentando le tensioni sull’utilizzo della risorsa, noi crediamo che nel nostro paese occorra fare piano di investimenti per garantire di utilizzare al meglio questa risorsa- spiega Francesco Vincenzi, presidente nazionale Anbi- è per questo che come consorzi di bonifica proponiamo una rete di invasi che ci permette di trattenere l’acqua quando piove e di produrre energia elettrica e chiudere quei gap dove l’acqua manca”, sia per l’uomo che per l’agricoltura.
Il rischio, se non si affronterà il tema, è che vadano ad “aumentare i conflitti, e ci sarà non solo un utilizzo sbagliato, ma aggiungo uno spreco della risorsa. Se questi obiettivi vengono raggiunti, e credo che il Pnrr possa essere uno strumento importante per raggiungere questi obiettivi di utilizzo della risorsa in modo efficiente, molto probabilmente riusciremmo ad avere il giusto equilibrio tra utilizzo dell’acqua dolce e la sua conservazione”, dice ancora Vincenzi parlando alla ‘Dire’. Idea rilanciata anche dal presidente del Cer Nicola Dalmonte, che pur premettendo che la missione dell’ente è quella di “distribuire l’acqua per uso agricolo prelevandolo dal Po”, comunque “stiamo ragionando sul risparmio energetico legato a una solarizzazione del canale con i pannelli fotovoltaici”. Ma il tema dovrà essere espanso necessariamente sul piano nazionale, dove “ha bisogno di avere un nuovo impulso forte”, aggiunge Barbara Lori, assessora regionale ai Parchi dell’Emilia-Romagna, che ha partecipato all’iniziativa di “Acqua campus natura”.
“Il tema energetico è al centro dei ragionamenti su cui la Regione è impegnata, stiamo lavorando a delle proposte da sottoporre al governo e all’Ue, ma anche nella dimensione regionale. Proprio pochi giorni fa- prosegue Lori- è stato approvato dall’Assemblea legislativa il programma Fesr che mette in campo molte risorse anche sui temi energetici quindi diciamo che in tempi brevissimi ci saranno anche opportunità per le imprese per poter ridurre i consumi”